Sogno di una notte di note
Giusto il tempo per concedersi una breve vacanza marina nella splendida
Lampedusa e Claudio si ripresenta con un progetto per una tournée estiva nuova
di zecca: essa dovrà muoversi da Pompei il 13 agosto, per toccare svariate
località della penisola che abbiano il denominatore comune dell'arte. Questa
sarà infatti la peculiarità dei nuovi spettacoli: essere costruiti per
integrarsi perfettamente ai siti archeologici o comunque a luoghi di spessore
culturale che sono disseminati ovunque sul suolo italico. Tale operazione avrà,
nelle intenzioni del suo artefice, la facoltà di distribuire duplici suggestioni
provenienti congiuntamente dall'espressione musicale e dal patrimonio storico.
Per conformarsi a questa principale direttiva, viene realizzata una struttura
capace di adeguarsi alla cornice nella quale dovrà essere inserita: pertanto il
palco, così come gli accessori dello stesso, sono costruiti rigorosamente in
legno e con criteri di evidente sobrietà. Operando un'ennesima sintesi fra le
varie espressioni culturali, lo "show" evoca nel titolo, nelle scenografie e in
svariate altre attribuzioni la commedia di Shakespeare Sogno di una notte di
mezza estate. Infatti lo stesso titolo della tournée Sogno di una notte di
note è evidente parafrasi dell'opera del "bardo" di Stratford; la scenografia
si avvale di alcune apparecchiature tipiche del teatro elisabettiano quali le
macchine per riprodurre il rumore del vento e della pioggia; inoltre, sia
l'introduzione che l'epilogo del concerto stesso sono caratterizzate dalla
declamazione dei versi appartenenti a detto componimento drammatico.
Soprattutto per l'esigenza intima del cantautore ma anche per mantenere un
atteggiamento "rispettoso" nei confronti della Storia, cornice ammaliante e
sofisticata dei vari spettacoli, Baglioni rinuncia alle scoppiettanti evoluzioni
coreografiche degli ultimi tempi, ai suoni sintetizzati, alla tecnologia
elettronica e informatica a cui soprattutto il "futurista" tour In viaggio
aveva copiosamente attinto. Diversamente, Sogno di una notte di note, offre
concerti decisamente "minimalisti", nei quali tutto viene suonato ed eseguito
dal vivo, in versione acustica e "soft". Anche la scelta delle canzoni è
decisamente improntata a valorizzare questo nuovo tipo di esibizione e
privilegia brani di seconda e terza fascia anch'essi colorati di accordi inediti
che rivestono le canzoni di una vitalità nuova e seducente. Questa operazione
evita anche di perpetuare quell'effetto "karaoke" che secondo il cantante riduce
di molto il significato artistico e innovativo di un concerto, svalorizzandolo.
Certo è che, nell'interpretazione quivi fornita, nel nuovo abito appositamente
confezionato per l'occasione, alcuni pezzi non troppo classici ma di grande
qualità, quali Acqua dalla luna, Ragazze dell'Est, Notte di note,
Io dal
mare e tanti altri rilasciano emozioni nuove e freschissime, quasi si trattasse
di nuove composizioni. Ai successi di sempre Claudio dedica invece un
curiosissimo Canzoniere del tempo cucendo da sarto consumato in un medley
suggestivo e scatenante, le sue arie più celebri tutte fuse insieme: da Questo
piccolo grande amore ad Amore bello, da E tu... a Sabato pomeriggio, da
Solo a E tu come stai, da Strada facendo a La vita è adesso, da
Dagli
il via a Io sono qui.
Davvero degna di segnalazione la struggente interpretazione di una sofferta
Fammi andar via, che sembra direttamente uscita dall'anima del cantautore
poiché viene cantata con una convinzione e una intensità tali da provocare
nell'attonito pubblico, quasi sempre attento a non disturbare l'esecuzione come
espressamente richiesto, sentimenti di viva commozione.
Attorno al conclamato protagonista,
si muovono gli altri personaggi di questa originale rilettura scenica; essi sono
impersonati dai soliti consumati coprotagonisti e cioè Giovanni Boscariol alle
tastiere e organo Hammond, Paolo Costa al basso e al contrabbasso,
Paolo Gianolio alle
chitarre acustiche e semiacustiche, Gavin Harrison alla batteria,
nonché voce narrante e madrelingua dei versi iniziali e finali della commedia
(la traduzione italiana sarà invece recitata da Baglioni stesso), Danilo Rea al
pianoforte ed Elio Rivagli alle percussioni. Per tutti i musicisti ci sarà la
possibilità di alternarsi con un set di strumenti particolari: fisarmoniche,
vibrafoni, timpani e strumenti a plettro come mandolini e
bouzuki.
Dopo la data di Pompei, che coinvolge Baglioni in una polemica piuttosto
strumentale e che rischia addirittura di far saltare il concerto, la troupe si
sposta riscuotendo un successo annunciato e dirompente in località tra le più
culturalmente significative del Paese: da Pescara (15,
Teatro D'Annunzio), a
Macerata (16, Sferisterio), quindi S. Marino (17,
Teatro all'aperto), Fiesole
(19, Anfiteatro), Viareggio (20,
Teatro Puccini), Taormina (23,
Teatro Greco),
Agrigento (24, Valle dei templi), Palermo (25,
Teatro della Verdura).
La tournée farà poi tappa a Selinunte (26,
Tempio di Hera), Villapiana (28,
Anfiteatro), Paestum (30, Teatro dei Templi). A
settembre visiterà Marostica (2,
Piazza degli Scacchi), Lignano (3, Arena Anfiteatro),
Verona (4,
Teatro Romano),
Bergamo (5, Lazzaretto), Nuoro (8,
Arena Anfiteatro), Cagliari (9,
Teatro
Romano), Roma (11, Stadio Pallacorda),
Ostia (12,
Scavi), Benevento (14,
Teatro
Romano), Lecce (16, Cave del Duca di Torrevecchia),
Foggia (17,
Teatro
Mediterraneo), Caserta (19, Reggia),
Ascoli (20,
Piazza del popolo), Spoleto
(21, Piazza del duomo), Lucca (22,
Piazza Anfiteatro).
Gli spettatori convenuti in queste meravigliose piazze restano dunque ammaliati,
oltre che da una conturbante scenografia millenaria, testimonianza imperitura
dell'immortalità umana perpetuata attraverso l'arte, anche da quelle note
pizzicate e carezzate che sembrano venir giù da un paradiso artificiale e che si
dipanano su ciascuno, rendendo reale, almeno per un momento lungo tre brevissime
ore, l'inafferrabile dimensione del sogno: il sogno appunto, di una notte di
note.
Al termine di questo giro di
concerti sembra di ritrovare un Baglioni decisamente soddisfatto e indirizzato
verso frontiere nuove e diverse. Se in precedenza egli aveva infatti affermato
di non voler più esibirsi negli stadi, ora va addirittura oltre, dichiarando
un'intenzione di massima di recuperare un rapporto sempre più diretto con il
pubblico, rinunciando alle varie sofisticazioni elettroniche e a un certo tipo
di concerti "oceanici" e "spettacolari". Gli episodi di Sogno di una notte di
note sono in un certo qual modo una prima tappa di avvicinamento a questa meta
che ipotizza addirittura la costruzione di un teatro realizzato su misura per
contenere i progetti futuri. Fra questi è sempre in embrione, retaggio di un
antico vagheggiamento giovanile, quell'opera musicale da sempre nei sogni del
cantautore e che, già teorizzata come un prolungamento drammatico di Questo
piccolo grande amore, era stata successivamente rimandata al periodo precedente
alla realizzazione di E tu...; eppure essa non aveva mai trovato, nemmeno in
seguito, adeguato svolgimento e pubblicazione. Tuttavia, per la frequenza con
cui questo piano si inserisce fra le svariate ideazioni del cantautore, è
presumibile che a essa venga data, prima o poi, opportuna attuazione.
Il 24 novembre del 2000 viene
inaspettatamente pubblicato l'album "live" Acustico, Sogno di una notte di
note, mentre è del dicembre appena seguente la pubblicazione del relativo video
ufficiale, dallo stesso titolo.
All'ascolto, l'ennesimo CD dal vivo non mostra comunque di essere un prodotto
ripetitivo: fedele testimonianza dello spettacolo, del quale manca soltanto il
primo medley, esso propone, com'era stato durante l'ascolto "live", canzoni
completamente rivestite di nuovo con accordi inediti e particolarmente
accattivanti. L'interlocutore ne rimane dunque colpito e ritorna a immergersi
con la mente nell'atmosfera affascinante nella quale tali esibizioni si erano
svolte, lasciando vagare l'immaginazione e ritrovandosi accanto a quelle
vestigia classiche che avevano costituito cornice ma anche contenuto dei
concerti stessi. L'impatto della VHS sembra invece meno entusiasmante, poiché
qui, ovviamente, nulla è lasciato all'immaginazione, componente fondamentale di
questo tipo di nuovo "show": forse anche per scelta, la regia non concede
moltissimo spazio a pubblico, ambientazioni e palco, concentrandosi soprattutto
sul protagonista. Comunque essa è senza dubbio un documento che completa il
"dossier" sul concerto, svelando minuziosi particolari di mimica del cantante
durante le varie interpretazioni.
Tornando al disco è davvero curioso osservare come, per l'ennesima volta, il
documento che certifica un concerto dal vivo inizi nel titolo, con la lettera
A. Era stato così per Alé-oó e Assolo; la tradizione era poi proseguita con
Assieme e Ancorassieme, quindi rinverdita con Attori e Spettatori
e alfine confermata da A-live; Acustico, Sogno di una notte di note la consolida e la
rende vezzo.
Come l'anno precedente, Claudio
decide di festeggiare la fine dell'anno 2000 con il suo pubblico, ma stavolta
sceglie Milano, ove si esibisce gratuitamente in piazza Duomo insieme a svariati
artisti con cui divide il palcoscenico. Anche la coreografia del capoluogo
lombardo, che staglia la sua cattedrale gotica imperlata di luci dietro al
palco, offre mirabolanti concessioni alla suggestione e pare essere degno
compendio alla conclusione di un secondo semestre vissuto al cospetto e nel
segno dell'estetica artistica.
Tuttavia, a causa di alcuni facinorosi, si respira qualche attimo di panico che
guasta un clima altrimenti magico.
La scaletta è scarna ma tesa a trascinare le migliaia di persone presenti
attraverso brani come Noi no o Io sono qui; in quest'ultima egli inserisce
una simpatica variante dedicata al momento milanese: la strofa "più grigio ma
non domo" viene modificata in "e canto in piazza Duomo", e scatena allegria e
applausi in tutti i convenuti.
Si chiude dunque un altro anno all'insegna di ennesimi successi e se ne apre un
altro gonfio di nuove aspettative e di progetti annunciati. Ormai il pubblico di
Baglioni ha chiaramente compreso da tempo che il cantautore romano non intende
fermarsi a inseguire il mito di sé stesso e vuole piuttosto conseguire traguardi
sempre diversi: fedele ed entusiasta dunque, esso si appresta a farsi blandire
da nuove magie.
|