biografia
a cura di Luca Tempini

Introduzione
 
Prologo
 
L'ambiente
 
Le prime note... di giorno
 
I tentativi
 
Cantante professionista
 
Le canzoni stonate...
 
L'influenza del cinema
 
Ragazzo nell'est
 
Quella sua maglietta fina
 
I giri di Camilla
 
La consacrazione definitiva
 
Il sabato del villaggio
 
Solo in compagnia di sé senza chiedere il permesso...
 
Un nuovo disco e un discografico nuovo
 
Canzoni e una piccola (grande) storia che continua...
 
Alé-oó
 
La canzone del secolo
 
La vita è adesso, il sogno, sempre
 
D'Assolo continuerò
 
Un trovatore perso un cantastorie muto
 
OLTRE
 
Appunti sparsi su quel che c'è
 
Sempre lo stesso, più grigio ma non domo
 
L'anima nuova di Claudio
 
Da me a te e dalla città allo stadio: un progetto lungo un sogno
 
Giri di "valzer" per un viaggiatore
 
Di nuovo "in viaggio" per sapere cosa c'è laggiù...
 
Sogno di una notte di note
 
Come per incanto
 
I concerti irregolari
 
L'uomo della storia accanto
 
Tutti in un abbraccio
 
'O scia'
 
Da cantautore a commendatore
 
Finale in... crescendo
 
Titoli di coda
 
Bibliografia e testi
 
Credimi, CREDITI
 

Un nuovo disco e un discografico nuovo

Nella primavera dello stesso anno, Claudio intraprende una tournée internazionale che tocca addirittura gli U.S.A. e il Canada e ha il suo solito trionfale epilogo estivo negli stadi italiani.
Nel frattempo, tuttavia, va consumandosi in maniera burrascosa il deleterio rapporto con la RCA: a cavallo fra l'uscita dell'album e le tournée, vengono a galla le varie esternazioni rancorose covate in tutto il periodo precedente: se l'una mal sopporta le intenzioni sempre più autonomistiche del cantautore, quest'ultimo rivendica la facoltà di vedersi riconosciuti alcuni benefici normalmente attribuiti alle categorie di lavoratori "classici", quali ad esempio contributi pensionistici e svariate concessioni di tipo "sindacale".
La conseguenza di questa difficile coesistenza sfocia nella rottura definitiva che alimenta polemiche aspre e agguerritissime: la grande parte della stampa ironizza e condanna l'atteggiamento di Baglioni, giudicando assolutamente inopportune le assimilazioni della sua privilegiata categoria a quelle dei dipendenti "normali". Tuttavia Claudio non si ferma e rilancia, pretendendo che la casa discografica gli riconosca addirittura l'indennità di licenziamento. Non è certamente questa la sede giusta per entrare nel merito di una polemica oltretutto già esaurita: ciò che tuttavia pare opportuno evidenziare è che la "bagarre sindacale" impostata dal cantautore si rivela un precedente fondamentale e dispiega il sentiero a tutta la categoria che, in conseguenza di questo alterco, si vedrà riconoscere importanti e inalienabili diritti.

Nella primavera del 1978 Claudio Baglioni firma un nuovo contratto discografico con l'etichetta CBS, ma questo non pone fine, come vedremo, alla vertenza sempre in atto con gli ex "datori di lavoro".
Desiderosa di rivalersi in ogni modo, la RCA darà il via a una serie di pubblicazioni contenenti raccolte di vecchi brani o comunque di materiale registrato sotto il suo marchio del quale, ovviamente, essa conserva i diritti e su cui l'autore nulla può rivendicare: tale consuetudine si consolida nel corso degli anni e continua tuttora, investendo produzioni e interpretazioni di ogni tipo e qualità.

Ad ogni modo, incurante degli strali lanciatigli dai suoi vecchi discografici, Baglioni compie una rapida e fortunata tournée in Cecoslovacchia, dedicandosi anche alla composizione dei testi per un 45 giri degli Extra (Come sei / Vengo via). Questa band musicale che cerca di imporsi sulla ribalta e che fa parte della scuderia CBS conta fra i suoi effettivi anche il tastierista Walter Savelli. In effetti, sia Come sei che Vengo via non sono niente altro che traduzioni in italiano di pezzi di Billy Joel. È interessante piuttosto annotare che i testi in questione sono firmati con lo pseudonimo ancora sconosciuto di Cucaio.

Ma la principale attenzione del cantautore è ora rivolta alla definizione e alla stesura dei brani che dovranno costituire l'ossatura dell'ultimo album: così, dopo il rientro dalla Cecoslovacchia, egli si ritira dapprima presso Pelago, agglomerato nelle vicinanze di Firenze, e quindi ad Alleghe, sulle Dolomiti, per lavorare in maniera approfondita e definitiva sul progetto che deve realizzarsi al più presto: pare infatti che la nuova casa discografica abbia imposto una clausola per la quale l'autore sia obbligato a pubblicare, entro la fine di quell'anno, una nuova opera inedita.
I mesi di preparazione vedono il loro epilogo con la fase della produzione, per la quale la casa discografica suggerisce a Baglioni gli studi francesi dello Château d'Herouville, un vero e proprio castello nel quale sono predisposte tecnologie e strumentazioni all'avanguardia nel campo della registrazione sonora. Esso è abituale sede d'incisione per artisti del calibro di Elton John e David Bowie.
Per l'occasione Claudio torna ad avvalersi della collaborazione di Rodolfo Bianchi come produttore e di Ruggero Cini, già arrangiatore del suo primissimo ellepì. La troupe è composta anche da Luciano Ciccaglioni destinato alle chitarre, Fabio Pignatelli dirottato al basso e Massimo Buzzi assegnato alle percussioni.
La realizzazione prosegue speditamente sino alla pubblicazione, nel dicembre di quello stesso anno 1978, della nuova compilazione d'inediti dal titolo interrogativo E tu come stai?

Ancora una volta Baglioni sorprende, realizzando un album di contenuti e di atmosfere estremamente diversi dall'ellepì precedente: chi, dopo la svolta di Solo, si aspettava legittimamente una ripresa e un approfondimento di temi assimilabili a quelli, resta invece evidentemente spiazzato da un innegabile ritorno a situazioni sentimentali riconducibili alle origini. In effetti quelle di E tu come stai? sono quasi tutte canzoni d'amore, pure se trattate con un'originalità e un punto di vista straordinariamente maturo e complesso. Il disco fa trasparire soprattutto un intimismo dilagante ed è impastato da un'ambientazione vagamente retrò, quasi decadentista. La stessa copertina è molto curiosa, evidentemente agli antipodi rispetto a quella quasi anonima e impersonale di Solo: il cantante si propone seduto su una grande poltrona barocca, fotografato con i cani di sua proprietà, Minnie e Mathias, adagiati ai suoi piedi. Se nel precedente lavoro aveva scelto di restare nell'ombra e, anche nei testi, aveva cercato di far muovere personaggi diversi da sé, questa volta si ripropone in prima persona ed è il protagonista diretto di quasi tutte le storie raccontate.
Anche le parti strumentali appaiono inconsuete e innovative: alcune ritoccate da arie funky, altre più classiche, accompagnate da virtuosismi di pianoforte, sax e chitarre. Tuttavia lo strumento migliore che si può ascoltare nel registrato è la grandissima voce dell'artista: questa si palesa in ogni gradazione, sia timbrica che puramente vocale, con toni che vanno dal bassissimo all'altissimo; essa contribuisce in maniera decisiva a impreziosire e incastonare perfettamente i pezzi nell'assieme; mai come in questo lavoro, infatti, la voce è principale protagonista, collante unico e straordinario di un disco che non ha né storia unica come Questo piccolo grande amore e Gira che ti rigira amore bello, né un evidente tema conduttore da sviluppare come nel caso dei due lavori appena precedenti. Forse unici legami fra le canzoni sono quei temi amorosi evidentemente presenti in tutti i brani e, in seconda istanza, quel carattere di malinconia soffusa che sembra permeare tutto il sostrato del disco: una malinconia ricercata e quasi dolente che rassomiglia molto a quel carattere di "saudade" sudamericana, forse ancora sedimentata nell'anima del cantautore dopo il viaggio indimenticabile di tre anni prima. Sia la parte strumentale, sia le splendide interpretazioni, sia gli struggenti testi contribuiscono a fare di E tu come stai? un'opera decisamente sofisticata e quasi aristocratica; essa sottintende però, senza dubbio alcuno, la necessità di un ascolto predisposto, maturo, attento.

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La non comune capacità di modulare e "giocare" con la propria voce, attribuendole un posto chiave sulla ribalta dell'album, appare già evidente nel pezzo d'esordio: l'ondeggiante e accattivante melodia di Con te si mostra infatti accarezzata da timbri vocali sussultori che le imprimono slanci improvvisi. Le arie funky intessute su una base di bassi accompagnano la voce e ne esaltano le doti. Il testo rimane secondario anche se si colora di vivacissime quanto impressionistiche immagini urbane, attimi di quotidiano sulla sfondo di una vicenda sentimentale classica.
 

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Signori si chiude restituisce però immediatamente al testo l'importanza consueta. Un semplice pianoforte accompagna una storia travagliatissima, che si va consumando all'interno di un locale pubblico, fra esortazioni del gestore a rispettare l'orario di chiusura e avventori distratti. L'atmosfera è molto simile a quella di Solo, ma la connotazione della trama assume contorni anche più drammatici e struggenti: essa verte sul disperato tentativo di un uomo di convincere una donna più matura a proseguire una relazione che a lei appare insostenibile: qui non vi sono "divagazioni" sull'ambiente circostante che riguardino personaggi alternativi o oggetti su cui fissare l'attenzione. La scena s'incentra sugli unici due protagonisti che recitano a soggetto in un alternarsi di immagini chiaramente liriche: "tu sei il coltello con cui frugo il cuore", "sarei cresciuto con te", "ti avrei difeso da chi non credeva in noi", ecc. Tuttavia, nonostante rassicurazioni disperate che appaiono chiaramente pleonastiche anche allo stesso postulante, il sipario è destinato a chiudersi, ineluttabilmente, anche su una storia d'amore contrastata, faticosa, impossibile.
 

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Se la prima è canzone di un amore che perdura e la seconda quello di uno che sta per concludersi, quella di Ti amo ancora è vicenda di uno finito, invece, da molto tempo. Il protagonista ritorna dopo anni a rivedere la donna di cui è ancora innamorato anche se sa che ella è, per lui, inevitabilmente perduta. Accanto a tempi da bolero che s'incrociano addirittura con il charleston, a farla da padrone è tuttavia, ancora una volta, lo strumento vocale: esso concede virtuosismi estremi capaci di accompagnare e colorare la vicenda di chiaroscuri improvvisi, rendendola malinconicamente struggente.
Questo è forse il pezzo che, più di tutti, fa riecheggiare situazioni del primo repertorio.
 

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Quello affrescato in Giorni di neve è un calzante ritratto dell'adolescenza femminile, in cui vengono tratteggiate le contraddizioni e le spavalderie tipiche dell'età nella quale si acquista anche la consapevolezza di possedere un corpo e in cui si susseguono i primi turbamenti e le prime implicazioni sessuali. La caratterizzazione appare forse un po' ingenua e superficiale ma è comunque realizzata con una straordinaria efficacia narrativa. La parte musicale è qui riservata alle tastiere e alle chitarre, che da un moto sommesso acquistano sempre maggiore spazio in un gioco di proporzioni e richiami entusiasmanti con la voce dell'esecutore.
 

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Il piano acustico riveste di enfasi adeguata la inusuale Loro sono là, canzone dal sapore dichiaratamente epico che descrive l'orrore della guerra attraverso la chiave interpretativa dell'amore: essa tratta di una storia d'amore tra un "lui" soldato in terra straniera e una "lei" ragazza locale. Uno di quegli amori "senza parole", anche perché i due, parlando lingue diverse, non si capiscono, come si evince dalle parole "gli disse cose che lui non capì mai". Da segnalare, nell'intercalare del ritornello, la chicca davvero notevole delle fisarmoniche.
 

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Il singolo dell'album, E tu come stai? descrive un inedito gioco delle parti costruito però unilateralmente come un dialogo immaginario con una lei che non può interloquire per inevitabile assenza: "Tu come vivi? Come ti trovi? Chi viene a prenderti? Chi ti apre lo sportello?" Tutte interrogazioni urlate disperatamente al vento nella spasmodica richiesta di una risposta, anche addirittura di un alterco: ma nessuno rimanderà quelle grida; solo un piano classico farà in modo che l'eco degli appelli venga disperso nell'etere e si depositi il più lontano possibile, raggiungendo almeno gli ascoltatori. Ritorna in maniera evidente, come un retaggio ereditario, l'ombra ingombrante della solitudine, stavolta difficoltosamente accettata: "... ed ho cenato a prezzo fisso, seduto accanto ad un dolore"; essa non è più la compagna di Solo, anestetico utile e unico a lenire i dolori dell'esistenza, ma una condizione subita e da cui è necessario fuggire. Ancora dal punto di vista prettamente musicale appare poi notevole, nel finale, l'introduzione delle tastiere elettroniche utilizzate come chitarre.
 

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Ha invece caratteristiche di inusuale inno amoroso quella Un po' di più che si dispiega attraverso la memoria derivata da determinati oggetti o rievocata dagli stessi ambienti in cui l'amore s'era consumato. Forse ideale continuazione di Solo, che presagiva anticipatamente tale condizione, questo brano dimostra come l'amore suole nutrirsi di ricordi e a essi si aggrappi, nonostante malinconie e sofferenze, per rivivere attimi felici. Quasi tutta la canzone è infatti disseminata di oggetti, soprammobili e ambasciatori di rimembranze dolci-amare. Molto parca d'accompagnamento musicale, essa è contrassegnata da un ritmare scandito dalla cassa della batteria e accompagnata da coretti e voci doppiate e triplicate.
 

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Stacchi gradevolissimi di sax su armonie di chitarre elettriche caratterizzano Quando è così, un'altra canzone di un amore che finisce, stavolta per il tedio in cui s'è trasformato il sentimento.
 

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Il disco si chiude con uno dei brani migliori: Ancora la pioggia cadrà. Batteria, chitarre, basso, tastiere e persino arpa sono i supporti musicali su un testo dalla vena elegiaca che si compone in una splendida ballata e si sviluppa in una storia da lirismo tragico: flashback di vita vissuta addolorano l'anima di un uomo segnato dalla vicenda che ha patito; egli ha ormai irrevocabilmente stabilito che alla fine dell'amore deve corrispondere la fine di tutto e si abbandona alle profondità marine. Le sue parole, le sue domande, le sue speranze abbattute si perdono nel vento assieme alle risposte cercate e alla pioggia caduta, a quella che continua a cadere, e a quella che inevitabilmente ancora cadrà.
 

Sia il 33 giri che il 45 (E tu come stai? / Con te) hanno anche in questo caso enorme successo, tale che consente al cantautore di Montesacro il raggiungimento dell'ennesimo disco d'oro e della consueta, lunghissima permanenza nelle classifiche di vendita.

L'8 febbraio 1979 parte da Torino una grande tournée nei palasport di tutta Italia, che si conclude il 14 marzo a Genova; essa coinvolge un quarto di milione di persone ripartite in trenta spettacoli: un risultato grandioso. Baglioni viene accompagnato per l'occasione dal gruppo degli Extra. Opportuno segnalare che da questa serie di tappe il posto di tecnico delle luci, resosi vacante all'ultimo momento, viene prima temporaneamente, poi definitivamente ricoperto da Paola Massari, il cui legame matrimoniale con Claudio è stato reso pubblico solo da qualche mese.

Baglioni è tornato al top di quella popolarità che non l'aveva comunque mai abbandonato, anche se nel mese di marzo, a tournée ancora in corso e per disposizione del pretore di Bari, E tu come stai? viene sequestrato da tutti i negozi di dischi. È il proseguimento di una bagarre giudiziaria ancora di là dal chetarsi che la RCA, rivendicando ancora presunti diritti di copyright sulle produzioni del cantautore, intende alimentare. Tale questione resterà in sospeso per vario tempo prima di risolversi con un accordo delle parti.

Prosegue intanto anche la collaborazione con il gruppo degli Extra, per cui il cantautore si industria a scrivere, sempre nel '79, un secondo 45 giri riportante i brani La mia canzone per te e Maria Maddalena.

Nell'anno seguente la CBS pubblica oltralpe la versione francese dell'ultimo disco, il cui titolo tradotto da uno dei brani in esso contenuto è Un peu de toi.
La promozione estera si avvale anche della versione spagnola Un poco más, data alle stampe sempre nello stesso anno 1980, che conta quattro canzoni in spagnolo e cinque in italiano, nonché di un'altra realizzata appositamente per il mercato argentino che comprende tutte versioni spagnole. C'è anche un ritorno in terra cecoslovacca per bissare il tour di due anni prima.