Appunti sparsi su quel che c'è
Come di consueto, poche sono le notizie certe sul cantautore nei suoi momenti di
vita privata. Non fa eccezione questo triennio che va dal
1992, ultimo periodo dei concerti "live" di Ancorassieme, al
1995, anno di pubblicazione del
successivo album inedito.
"Ciò che c'è di sicuro è quel che
ha fatto il farabutto" durante una divertentissima partecipazione al programma
Svalutation
del 1993, presentato dal collega Adriano Celentano.
Qui Baglioni conferma quel nuovo atteggiamento spiritoso e canzonatore che aveva
già palesato in situazioni appena precedenti. Sembra effettivamente davvero
cambiato il suo rapporto con le telecamere anche se, probabilmente, a essere
sensibilmente modificato è ora soprattutto il suo rapporto con se stesso: vinta
l'innata timidezza, egli si propone da vero personaggio, rivelandosi
simpaticamente burlone. Oltre a eseguire alcune delle sue canzoni (tra cui Mille giorni
di te e di me e Io dal mare),
Claudio si cimenta nell'interpretazione di alcuni tra i più famosi successi del
"Molleggiato".
Nel gennaio dello stesso anno
sappiamo di uno show a carattere umanitario dal titolo
Tutti per un amico tenutosi a Milano, al Palatrussardi.
Sempre al 1993 risale una
pubblicazione discografica che, pur non riguardando direttamente il nostro,
merita una seppur breve citazione: l'edizione musicale Cosa srl, infatti,
pubblica, proprio in questo anno, il primo ellepì di Paola Massari, intitolato
Il vento Matteo. Paola è anche autrice di parole e musica. Il disco è
vigoroso, traboccante di sentimenti, denso di significati. In alcuni tratti
sembra di ritrovare, pur con caratteristiche diversamente ben definite,
l'intensità tipica dei brani baglioniani. Pezzi come Amore dannato, Resta
mio, Stella anche tu, Nuvole di trent'anni fa, sono contrassegnati da una
vena matura e da un'ispirazione lirica difficilmente riscontrabile in una
cantante all'esordio. Tuttavia, anche a causa di una pubblicità pressoché
inesistente e di scarsissimi passaggi televisivi, fra i quali ci sovviene
soltanto quello effettuato alla trasmissione di Luciano Rispoli Il tappeto
volante, il disco non riesce a raggiungere punte di vendita sensibili.
Presumibilmente l'obiettivo primario della Massari non era comunque la
divulgazione massiccia. Il vento Matteo resta a tutt'oggi l'unica sua opera,
sebbene ella abbia intrapreso la strada della collaborazione artistica con vari
cantautori e musicisti.
Di Baglioni, intanto, nessuna
notizia diretta se non quella di un paio di fugaci apparizioni artistiche: la
prima avvenuta il 30 gennaio 1994 al
Nuovo Palasport di Casalecchio di Reno, la seconda il
17 aprile a Ravenna
nel
Concerto per Recanati.
Poi più nulla sino ai primi di
agosto del 1994, quando Sette, il periodico settimanale del
Corriere della
Sera, pubblica un'intervista al cantautore firmata dal critico musicale
Mario Luzzatto Fegiz e nella quale vengono rese note alcune notizie davvero
interessanti: in primo luogo viene confermata la ventura pubblicazione di un
nuovo lavoro discografico che pare essere a buon punto, anche se – mette in
guardia l'intervistato – "può sempre accadere di rivoltare tutto e decidere di
rifare il disco all'ultimo momento".
Egli afferma inoltre di non aver ancora concordato un titolo definitivo e che,
al momento, tale lavoro potrebbe intitolarsi soltanto, visto il carattere di
precarietà e provvisorietà nel quale verte, appunti sparsi su quel che c'è.
Viene data invece conferma ufficiale della partecipazione straordinaria che lo
vedrà quale ospite speciale alla serata di inaugurazione dei campionati mondiali
di nuoto, ospitati da Roma, a fine agosto. Egli svela anche di essere il
realizzatore e l'esecutore dell'inno di detti campionati, che si intitolerà
Acqua nell'acqua.
Infine è da ricordare anche una importante confessione privata: viene infatti
qui rivelata la fine della importante storia d'amore che il cantautore romano
intratteneva da cinque anni con Rossella Barattolo.
Il 31 agosto 1994, allo
Stadio del
nuoto, nella piscina del Foro Italico, vengono dunque inaugurati i campionati
del mondo. La serata, intitolata
Stelle d'acqua, è trasmessa in diretta TV
dalla Rai e presentata da Antonella Clerici e Giorgio Martino.
Dopo la passerella delle squadre nazionali e varie spiegazioni di dettagli
tecnici a opera di qualche addetto ai lavori, la presentatrice, con fare
visibilmente emozionato, annuncia l'ingresso di un ospite eccezionale che, per i
suoi trascorsi di nuotatore dilettante ma incallito, ha accettato di comporre
l'inno della manifestazione; tra il grande entusiasmo collettivo rilasciato dal
pubblico stipato sulle tribune, Claudio fa il suo ingresso nella piscina,
accompagnato dalla solita squadra di musicisti che intonano la nuova Acqua
nell'acqua.
Il brano pare essere particolarmente suadente nelle sonorità mentre il testo dimostra una continuazione dello
sperimentalismo di Oltre. Certamente non si può parlare di questo come di un
inno classico poiché nulla concede al trionfalismo o alla retorica. Vuole
piuttosto distribuire il concetto di acqua come parte stessa dell'uomo,
addirittura come veicolo di comunicazione essenziale tra gli individui poiché
capace, nella trasparenza, di superare i colori, le bandiere, i confini. Essa è
un antico giocattolo che assume la morfologia più svariata, che si adatta in
ciascuno e fa adattare tutti al suo corso. È vita che scorre, silente e
inesorabile. È la primordiale speranza che imprime il segno della memoria.
Terminata l'esecuzione, un Baglioni stavolta compito come richiede l'occasione
si concede per pochi minuti di intervista, per poi lasciare la scena alle
successive programmazioni dello spettacolo.
Farà ritorno verso la fine della serata a rendere un omaggio per Domenico Modugno, scomparso da poco tempo: l'esecuzione di
Nel blu, dipinto di blu è
davvero qualcosa che lascia il segno, nella suggestiva cornice impreziosita
dalle creazioni di luce laser e dalla religiosa compostezza del pubblico:
l'interpretazione struggente e al tempo stesso vigorosa lascia appeso, alla
scintillante e tersa notte romana, più di un brivido d'emozione.
Il grande mago d'incantesimi dorati si lascia quindi inghiottire dal buio e
ritorna il fantasma diafano dei mesi precedenti; ma dopo la gustosa anteprima
concessa in questa serata di fine estate, dopo questo stuzzicante aperitivo
offerto inaspettatamente tra giochi d'acqua e intersezioni di luce, vale proprio
la pena, senza alcun dubbio, di frenare l'impazienza e aspettare ancora.
All'inizio dell'estate
1995, quando
ormai da più parti si vocifera della prossima uscita del nuovo disco, Baglioni
assurge alla ribalta inaspettatamente e per un motivo diverso da quello che ci
si aspetterebbe: è di questo periodo infatti, una sua diffida consegnata al
tribunale di Roma verso Anonimo.
Da qualche tempo infatti, un personaggio che si fa chiamare appunto Anonimo
Italiano e si cela dietro una maschera per non svelare la propria identità,
imperversa per le radio, le trasmissioni televisive e addirittura le classifiche
di musica, grazie a una voce che risulta essere molto simile a quella di
Claudio. Il tentativo di far credere che dietro quella maschera ci possa
effettivamente essere il noto cantautore è evidente ma sconfessato, prima ancora
che dall'azione decisa dello stesso Baglioni, anche da testi e musiche di
fattura assolutamente diversa e non in simbiosi con la linea che egli ha
intrapresa da qualche tempo. Qualcuno tuttavia, tra i fan e gli addetti ai
lavori, aveva ritenuto ipotizzabile la realizzazione di un disco di vecchie
incisioni, edito per sperimentare la reazione del mercato discografico o per
verificare la risposta del pubblico. Comunque sia, l'azione legale pone fine ai
dubbi: nel luglio successivo, siffatto Anonimo Italiano convoca i giornalisti
in conferenza stampa e si leva platealmente la maschera, rivelando di essere
Roberto Scozzi, 30 anni, ex grafico pubblicitario. Egli dichiara che non era suo
intento quello di voler creare un caso di quel tipo, anche se le sue
argomentazioni paiono essere in realtà alquanto deboli.
Pur manifestando l'intenzione di continuare la carriera con il nome d'arte che
lo ha fatto conoscere, lo Scozzi non sfiora comunque più, nemmeno lontanamente,
i successi di vendita conseguiti con il disco d'esordio.
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