L'influenza del cinema
Menzione particolare meritano le due partecipazioni cinematografiche che vedono
Baglioni coinvolto nella pellicola di Leandro Castellani dal titolo
Ipotesi sulla scomparsa di un fisico atomico e in quella di Franco
Zeffirelli dal titolo Fratello sole, sorella luna. Nella prima è
chiamato a una fugace comparsa senza alcuna battuta ma è interprete della sigla
finale, la sua In viaggio.
La seconda merita un maggiore approfondimento: è evidente che il regista
toscano, avuti a disposizione i brani di Ortolani, Benjamin e
Donovan, si sia rivolto alla RCA per sondare la disponibilità di qualcuno
che si prestasse a cantare la colonna sonora; di sicuro c'è la proposta della
casa discografica al giovane cantautore e la sua accettazione del progetto.
Claudio diviene dunque la "voce musicale narrante e fuori campo" di un San
Francesco che Zeffirelli vuole misticamente immedesimato nella
semplicità della natura, prima e ideale manifestazione di Dio sulla terra. Anche
l'interpretazione delle canzoni è tesa a realizzare ed enfatizzare questo
aspetto, tanto che, sia nel brano omonimo al titolo del film che negli altri che
lo seguono (Canzone di S. Damiano e Preghiera Semplice), la voce
ancora acerba ma già squillante del nostro pare essere volutamente "patinata e
strascicata", tanto da integrarsi perfettamente a quell'atmosfera surreale ed
estatica, propria della pellicola e di ciò che essa vuole sottolineare. Da tale
colonna sonora deriva l'omonimo album, nel quale compaiono, puntuali, anche le
versioni da studio, leggermente modificate rispetto a quelle del lungometraggio.
Questa esperienza sul set di Zeffirelli sarà particolarmente importante per la
successiva evoluzione artistica di Claudio, sia per le tematiche che, di lì a
poco, influenzeranno talune imminenti composizioni, sia per i luoghi visitati
che rimarranno indelebilmente radicati nell'immaginario visivo del cantautore.
È inoltre probabile che queste apparizioni nel mondo del cinema abbiano
contribuito a incuriosire, stimolare e successivamente spingere Baglioni a
interloquire spesso con la settima arte, tanto da attribuire sovente ai suoi
lavori successivi un taglio simil-cinematografico.
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