Le canzoni stonate...
Per promuovere la sua nuova produzione, Claudio inizia, a ridosso di questo
periodo, una sorta di "tour estivo" fra balere e pianobar, partendo dalla
località balneare di Lignano Sabbiadoro.
LA RCA lo invia anche alla Mostra internazionale della canzone di
Venezia, dove partecipa alla Gondola d'oro presentando Notte di
Natale; qui trova un pubblico e una giuria non disposti ad assecondare le
sue finalità: il primo lo fischia sonoramente per gran parte dell'esibizione, la
seconda lo confina all'ultimo posto. Anche la critica non usa mezzi termini,
apostrofandolo come "cantore di cose senza senso, isteriche e tristissime".
Soltanto Lucio Dalla, che ha modo di vederlo, rimane nuovamente e
favorevolmente colpito dalla sua interpretazione spingendolo a non
demoralizzarsi e a continuare sulla stessa strada.
Una strada che, tuttavia, pare ancora costellata da difficoltose asperità: alla
Caravella dei successi (Bari, ottobre 1970), viene
costretto dai discografici a rinunciare alla sua Notte di Natale: il
pezzo è definito troppo triste, nonché addirittura lesivo della morale
cattolica; ripresenterà Una favola blu, sempre buona per ogni occasione,
ma insufficiente a evitargli, per la seconda volta consecutiva in un concorso
canoro, l'ultima piazza.
Per il giovane Baglioni è una battuta d'arresto
dolorosissima, tale da fargli meditare, per la prima volta, l'abbandono delle
scene: desisterà dall'intento grazie all'insistenza dei collaboratori, oltre che
per onorare il contratto tanto bramato e conquistato con grande fatica solo
nell'anno precedente.
L'unica parentesi positiva di questo periodo è, invece, la partecipazione
televisiva alla trasmissione Speciale 3 milioni, nella quale
presenta alcuni brani di nuova composizione nonché l'inedita In viaggio.
Le puntate in Tv hanno un buon riscontro di pubblico anche se da sole non
bastano, ovviamente, a consegnare il protagonista alla notorietà.
Tuttavia, sull'onda di questo discreto quanto insperato successo mediatico e
d'accordo con la casa discografica, Claudio si lascia tentare a rilanciare un
altro album nel 1971, dal titolo Un cantastorie dei giorni nostri. A onor
del vero, questo nuovo 33 comprende ancora gran parte delle canzoni incluse nel
precedente, aggiunte ad altre cinque di recente produzione: Quando tu mi baci,
Una favola blu, Mia cara Esmeralda, L'Africa ti chiama e
'Izia, vengono
sostituite da Io, una ragazza e la gente, Cincinnato, Se casomai,
E ci
sei tu e Vecchio Samuel. L'album precedente, con l'insignificante "score" di
1000 copie vendute, viene destinato al macero.
A posteriori sembra di poter ravvisare, in questo secondo lavoro, una miglior
composizione d'insieme dei pezzi, nonché un evidente passo in avanti almeno
qualitativo: brani come Vecchio Samuel, Io una ragazza e la gente e
soprattutto Cincinnato, pur presentando fra loro ben poche analogie, sembrano
aprire orizzonti più ampi, sia all'analisi testuale che a quella melodica:
appaiono meno ermetici nel contenuto e più disponibili a conformarsi alla
musicalità del periodo. Evidentemente però, ciò non è ancora sufficiente per il
grande pubblico: le vendite di Un cantastorie dei giorni nostri sono di nuovo
modeste, la critica ancora negativa.
Scoraggiato dai risultati individuali, Claudio si industria allora in
collaborazioni parallele, come attestano l'ellepì di Mia Martini, Oltre la
collina e, pubblicato sempre nel
'71, un 45 giri di Rita Pavone: nel primo contiamo ben cinque pezzi scritti
dalla sua mano, nel secondo figura invece come autore di entrambi i brani,
intitolati La suggestione e Se... casomai... .
Significativo sottolineare il grande successo ottenuto dalla Pavone in Francia
con La suggestione, la cui versione, dal titolo Bonjour la France riesce a
vendere qualcosa come 500.000 copie. La traduzione era stata effettuata anche in
lingua spagnola (La Sujestion), ma senza raggiungere un così ampio consenso di
pubblico. Da menzionare, inoltre, anche alcuni provini del
1972 per Nada, a cui
il nostro cede una prima versione di Chissà se mi pensi, e un secondo brano:
quel Me so' magnata er fegato che,
precedentemente scritto per Monica Vitti, verrà invece interpretato e inciso da
Gigi Proietti solo nel 1975. La stessa Nada utilizza le canzoni
per inserirle nel suo 33 giri Malanima, edito addirittura nel
1994.