biografia
a cura di Luca Tempini

Introduzione
 
Prologo
 
L'ambiente
 
Le prime note... di giorno
 
I tentativi
 
Cantante professionista
 
Le canzoni stonate...
 
L'influenza del cinema
 
Ragazzo nell'est
 
Quella sua maglietta fina
 
I giri di Camilla
 
La consacrazione definitiva
 
Il sabato del villaggio
 
Solo in compagnia di sé senza chiedere il permesso...
 
Un nuovo disco e un discografico nuovo
 
Canzoni e una piccola (grande) storia che continua...
 
Alé-oó
 
La canzone del secolo
 
La vita è adesso, il sogno, sempre
 
D'Assolo continuerò
 
Un trovatore perso un cantastorie muto
 
OLTRE
 
Appunti sparsi su quel che c'è
 
Sempre lo stesso, più grigio ma non domo
 
L'anima nuova di Claudio
 
Da me a te e dalla città allo stadio: un progetto lungo un sogno
 
Giri di "valzer" per un viaggiatore
 
Di nuovo "in viaggio" per sapere cosa c'è laggiù...
 
Sogno di una notte di note
 
Come per incanto
 
I concerti irregolari
 
L'uomo della storia accanto
 
Tutti in un abbraccio
 
'O scia'
 
Da cantautore a commendatore
 
Finale in... crescendo
 
Titoli di coda
 
Bibliografia e testi
 
Credimi, CREDITI
 
I giri di Camilla

La casa discografica intuisce che è necessario cavalcare il momento favorevole e, di lì a pochi mesi, commissiona a Claudio un nuovo album da realizzare a breve scadenza.
Il cantautore assembla, grosso modo, la medesima e vincente troupe di qualche mese prima: Antonio Coggio assegnato alle consolidate vesti di coautore delle musiche nonché di produttore, Tony Mimms a quelle di arrangiatore, Franco Finetti è ancora l'ingegnere del suono, il fido Torquati si occupa sempre delle tastiere, mentre Ciccaglioni, Guerrini e Buzzi vanno rispettivamente alle chitarre, al basso e alle percussioni.
Ne esce, nel maggio 1973, un LP piuttosto confusionario e dall'amletico titolo: Gira che ti rigira amore bello. Nelle primissime edizioni distribuite, esso viene commercializzato addirittura con un'anonima copertina bianca, certificante la volontà della RCA di accelerarne la pubblicazione.
L'album si rivela forse un po' segnato dalla fretta con la quale viene prodotto, prova ne sia il fatto che vi compaiono varie basi musicali già scritte preventivamente: alcune di queste non hanno trovato spazio negli ellepì precedenti per evidenti questioni di spazio o, come accennato in precedenza, a causa di ingerenze dirigenziali: è il caso di Miramare, che evidenzia la struttura musicale portante di quella Caro padrone giudicata "troppo impegnata" per essere inserita in QPGA e che viene ora riproposta e finalmente "autorizzata" grazie a un testo completamente rinnovato. Situazione simile si può rilevare anche per Casa in costruzione, il cui tema melodico è evidentemente lo stesso della vecchia Cincinnato, un pezzo già presente in Un cantastorie dei giorni nostri.
Presumibilmente il progetto dell'autore era, in origine, diverso; anche in riscontro a interviste rilasciate successivamente, si intuisce che Baglioni avrebbe voluto realizzare una storia molto più compatta di quanto riesca invece a costituire, il cui epicentro avrebbe dovuto essere l'auto Citroën 2CV a cui egli è particolarmente legato e a cui ha addirittura attribuito il nome "umanizzante" di Camilla. Per essa è progettato, all'origine, un ruolo di primaria importanza, quasi di personaggio principale; in realtà essa finisce per essere relegata a una parte marginale e serve solo da filo conduttore di tutta l'opera: anche Gira che ti rigira amore bello, come il precedente, è un concept-album, cioè con un tema e una trama che si sviluppano di canzone in canzone: la storia è quella di un ragazzo adolescente che, in maniera abbastanza ingenua, decide temporaneamente di fuggire da casa e di lasciare ogni affetto cui è legato per provare i brividi dell'avventura.
In realtà, nel disco è riscontrabile una doviziosa sceneggiatura di immagini costruite, quasi si tratti più di un lungometraggio che di una produzione musicale.
A questo proposito, non è certamente possibile considerare un caso la realizzazione di una pellicola lunga diversi minuti che fa da corollario ai brani musicali e che cerca di adattarli a un copione cinematografico.

La copertina propone invece un primo piano della 2CV mentre, sullo sfondo, si articola una sorta di collage fotografico delle immagini più simboliche e importanti di Roma, affiancate senza un apparente significato geografico. Un tentativo di continuità, anche in questo senso, con QPGA, sul cui contenitore vengono invece rappresentate, stavolta nello stile del disegno, alcuni dei monumenti più importanti dell'Urbe, volutamente slegati dalla corretta collocazione urbanistica.

Dal punto di vista più strettamente analitico dei brani, si può affermare che Baglioni vuole qui evidentemente sottolineare, attraverso la suggestione di immagini continuamente dinamiche, l'incalzare dei sentimenti che, nonostante tutto, egli rivendica ancora come propri della sua generazione.
Trovano dunque posto in questa sede alcune canzoni di grande ispirazione passionale come la sempreverde e suadente melodia che accompagna l'incedere drammatico di Amore bello o la straziante allegoria che permea tutta la "sceneggiatura" di Io me ne andrei. Seppur ingenuamente semplice e priva dell'ispirazione che caratterizza i brani appena menzionati, anche Ragazza di campagna lascia trasparire qualche buona intuizione poetica che, se aggiunta all'originalità del testo, spiega il discreto successo conseguito dal pezzo.
Allegra spensieratezza si evince invece da musiche e testi di W L'Inghilterra, E apri quella porta e Miramare che tuttavia, se confrontate a quelle di ugual tono incluse in QPGA, paiono defilarsi in tono minore.
Come per l'album precedente, anche in quest'ultimo lavoro la melodia iniziale e quella finale sono identiche, a sottolineare, ancora una volta, la ciclicità delle vicende della vita.

L'impatto col pubblico non appare tuttavia entusiasmante e, nonostante le similitudini che si sono volute mantenere con il long playing precedente, il riscontro immediato non consegue i medesimi risultati.
Anche per questo motivo l'autore subisce un contraccolpo psicologico che lo spinge a teatralizzare il suo disagio inscenando un rogo catartico, poi anche interpretato in senso pubblicitario, nel quale viene sacrificata quella 2CV, un po' feticcio, un po' portafortuna, alla quale Baglioni attribuisce prosaicamente un'anima e a cui conseguentemente non vuole far subire l'onta del demolitore.
Tuttavia, a lungo andare, anche Gira che ti rigira amore bello riesce a contare un cospicuo numero di copie distribuite e a insediarsi nei primi posti delle classifiche di vendita.

Da segnalare anche che, a partire dalla primavera di quello stesso anno 1973, il cantautore intraprende quello che passerà agli annali della sua storia di musicista come il suo primo vero e proprio tour dal vivo: Napoli è la città che ospita la prima data di tale tournée.

Appare tuttavia evidente che, nonostante il buon successo finale dell'album, il suo autore sembri inappagato del risultato raggiunto: forse, a mancare è proprio quel legame d'insieme che avrebbe costituito il nocciolo della vicenda e che è invece riuscito così perfettamente con il lavoro precedente.
Comincia dunque a farsi strada, nella mente del nostro, la possibilità di realizzare una vera e propria "opera musicale" da adattare a "musical". Per questo motivo, verso la fine dell'anno, prima chiede alla RCA di metterlo in contatto con la famosa coppia autrice dei musical italiani più importanti, Garinei e Giovannini, poi, viste le difficoltà di impostazione del progetto, fa un ultimo tentativo per non abbandonare sul nascere il suo sogno: si reca a Parigi per conoscere il geniale tastierista degli Aphrodite's Child, Vangelis O Papathanassiou, un musicista greco versatile e bizzarro; costui, addirittura incapace di leggere la musica, è tuttavia universalmente accreditato quale geniale strumentista e capace arrangiatore.
L'idea di Baglioni è quella di impiantare un lavoro simile a quello dei grandi musical americani; sembra che per questo progetto esistano già, in effetti, alcune partiture; sicuramente esiste un titolo, seppur provvisorio: L'isola di Dudù Malot.
Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi da entrambi i musicisti, l'opera vagheggiata non riuscirà a prendere la forma dell'idea originale, anche se, da quest'improvvisata e inusuale collaborazione, sorgerà un'affinità spontanea che sfocerà, di lì a breve termine, in una realizzazione proficua e di diverso tipo.

Il 1973 è dunque un anno importantissimo per il cantautore; sia dal punto di vista professionale, dove si vede riconoscere una popolarità sempre più accresciuta e dove ha gettato i presupposti per nuovi progetti da realizzare, sia da quello privato, rallegrato da un fatto di indubbio rilievo: è qui opportuno ricordare che, nell'aprile di due anni prima, a Roma, durante una visita alla Mostra dell'Elettronica, Claudio aveva conosciuto Paola Massari che, oltre a divenire parte attiva e collaboratrice nella produzione di QPGA, è identificata da svariate e più o meno autorevoli fonti quale vera musa ispiratrice della storia e delle canzoni dell'album stesso.
Ebbene: il 4 agosto di questo stesso anno, grazie alla complicità di alcuni amici e nel segreto di una cappella privata di una villa romana, i due fidanzati contraggono matrimonio con il rito cattolico.
Claudio Baglioni ha 22 anni, Paola Massari 18. Tutti i mezzi d'informazione, l'opinione pubblica e finanche alcuni addetti ai lavori verranno a conoscenza del fatto soltanto molti anni più tardi.