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Rassegna stampa - luned́ 14 agosto 2000 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Il Giornale - 14/08/2000


BAGLIONI - POMPEI, UNA NOTTE DI NOTE
"Ho detto basta ai concerti karaoke, quelli da catena di montaggio, pieni di suoni elettronici"

di Michele Avitabile

Un acquazzone lungo cinque minuti prima del via, l'invito a spegnere i telefonini, poi il cantautore romano, vestito con camicia e pantaloni bianchi, ha declamato un passo di "Sogno di una notte di mezza estate" di William Shakespeare e intonando la canzone "Notte di note" ha finalmente spazzato via di colpo tutte le polemiche di una tormentata vigilia. Così il gladiatore Claudio Baglioni ha dato il via nell'anfiteatro di Pompei alla tournée acustica Sogno di una notte di note, che lo vedrà protagonista di 25 particolarissimi show canori nei siti archeologici più suggestivi d'Italia. Un viaggio intimo, dal Friuli alla Sardegna, dove l'elettronica, i computer e ogni diavoleria tecnologica è stata bandita. "Penso che noi musicisti - ha raccontato Baglioni prima di esibirsi davanti a 1.200 persone - abbiamo coltivato troppo spesso il vizio della campionatura, dei giochi elettronici. Forse perché c'è troppa paura di sbagliare. Così dopo aver fatto tre dischi molto complessi, ho deciso di tornare alle origini dei suoni. Forse ci sarà qualche errore di esecuzione, ma con i sei fior di professionisti che abbiamo e che mi accompagnano, sarà molto difficile".
E la band composta da Giovanni Boscariol (tastiere), Paolo Costa (basso e contrabbasso), Paolo Gianolio (chitarre acustiche e semiacustiche), Gavin Harrison (batteria), Danilo Rea (pianoforte) ed Elio Rivagli (batterie e percussioni), ha suonato per più di due ore senza farsi pregare. Un concerto atipico, un po' "contromano", per i baglioniani abituati agli acuti spaccavetri del cantautore romano, ma ricco di atmosfere suggestive offerte anche dall'anfiteatro costruito nell'80 avanti Cristo, dove rudimentali macchine del fuoco, del vento e della pioggia, hanno soppiantato via il suono perfetto ma senza anima del computer. "Solo così potevamo dire basta ai concerti karaoke, quelli insomma da catena di montaggio".
Poi il concerto è scivolato via liscio snocciolando una curiosa "Poster" in versione tango argentino, "Ho conosciuto Astor Piazzolla e la sua musica mi è rimasta nel cuore", fino al middle di successi baglioniani degli anni Settanta suonati con chitarra acustica. Dalla struggente "Con tutto l'amore che posso", a "Ragazza di campagna", da "Chissà se mi pensi" a "Lampada osram", dove la protagonista della canzone aspetta invano il suo uomo. E poi un omaggio alla tradizione canora partenopea.
L'inossidabile "Reginella" che Baglioni ha cantato in un buon napoletano. "Quando mi ritiro in un albergo del Sud è sempre una festa - ha detto scherzoso - mi sembra di respirare l'aria del Cantagiro degli anni Sessanta, con uno sciame di fans al seguito. Solo allora mi accorgo che l'appellativo "divo Claudio" è molto attinente".
La seconda parte del concerto è continuata con "Tamburi lontani", "Fotografie", fino all'emozionantissima "Fammi andar via". Stravolta la versione originale di "Avrai", scritta 18 anni fa per suo figlio Giovanni che adesso s'è fatto grande e può ridere sull'affettuoso omaggio di papà. "Registreremo il concerto di stasera e anche gli altri e chissà, forse nascerà un album live. Ma solo se sarà parte di un progetto integrante. Ho paura di contribuire all'epidemia dei dischi dal vivo".
Poi il cantautore romano si è seduto al piano e ha cantato la storica "Questo piccolo grande amore", "Amore bello", "E tu", "Sabato pomeriggio", canzoni che hanno fatto innamorare milioni di italiani.
D'obbligo il bis richiesto da un pubblico entusiasta e incuriosito dall'insolito scenario. E Baglioni non si è di certo negato. Ecco quindi "Cuore di aliante", fino a "Via". "Sarebbe bello - ha concluso Baglioni - in futuro fare un musical ma in stile inglese. Quello all'italiana, dei grandi Garinei e Giovannini, stavo per realizzarlo ma il progetto sfumò. Ma comunque il contatto col pubblico è sempre speciale. L'ho detto anche al mio amico Fabio Fazio: "Fatti anche tu una tournée. Anche se c'è un pubblico di quattro gatti, almeno lo guardi in faccia!".

I precedenti: PINK FLOYD Nel 1971 gli scavi aprono al rock con lo show avveniristico dei Pink Floyd. Il gruppo tenne un concerto senza pubblico, che poi sarebbe diventato il celebre film "Pink Floyd at Pompei" COCCIANTE Il cantautore nel 1986 si esibì nella pineta antistante agli scavi, che fecero solo da sfondo al suo spettacolo.

SINATRA "The Voice" cantò qui nel 1991. Dopo lo spettacolo denunce e manette per i politici locali, accusati di aver preso tangenti.


segnalato da Michela

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