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Rassegna stampa - luned́ 14 agosto 2000 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Il Mattino - 14/08/2000
www.ilmattino.it
Anfiteatro, spettacolo nello spettacolo
Dopo le polemiche, l'acquazzone. E finalmente il concerto Voglia di nuovo, anzi d'antico Successi vecchi e recenti reinventati in chiave acustica
Pompei. «La scienza e il tempo ci consentiranno di vincere tante malattie, ma il luogo comune continuerà a rimanere un virus letale e a fare vittime. Non voglio passare per il tribunetto di turno, ma ogni volta che vedo il mio nome associato alla parola caso provo fastidio. E prima o poi qualcuno dovrà spiegarmi perché ci sono delle strutture che per lo sport possono accogliere diecimila persone e invece per un concerto solo tremila. Vedere la gente che va agli spettacoli come un'accolita di barricaderi è frutto dell'ignoranza diffusa soprattutto in una certa classe dirigente».
Nonostante il pathos della sua notte di note, Claudio Baglioni si toglie l'ultimo sassolino dalla scarpa: «Sono felice comunque di essere partito da qui, A Pompei tutti cantano le mie canzoni, anche i vigili urbani, e ogni volta che esci dall'albergo sembra di trovarsi ad un Cantagiro degli anni '60. In vista di un nuovo album, credo che questo tour possa rivelarsi propedeutico ad una ricerca del semplice, ma non del facile; anche se oggi sembra che tutto debba essere facile, non penso che i gusti del pubblico siano poi così ovvi». Un sogno? «Scrivere un musical, ci penso sin da "Questo piccolo grande amore" ed "E tu". Ne avevo parlato anche con Garinei e Giovannini, ma oggi più che una commedia musicale all'italiana proverei a scrivere un vero musical all'anglosassone».
segnalato da Ernesto