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Rassegna stampa - mercoledì 7 gennaio 1998 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
L'Unione Sarda - 07/01/1998
www.unionesarda.it
La Befana non ha portato doni solo ai bambini...
di FABIO MARIA CRIVELLI
La Befana non ha portato doni solo ai bambini. Ne ha fatto uno anche ai tanti che bambini non sono più e da un gran pezzo. Si è portata via tutte le feste, soprattutto dal video: la conclusione di Fantastico con l'estrazione dei biglietti vincenti ad opera delle nuove e studiatissime palline è il momento che ci ha procurato il maggior sollievo. Credo che in molti abbiamo vissuto questo periodo televisivo sull'orlo della depressione. I tanti canali hanno fatto a gara nell'avvolgerci in una sorta di stucchevole melassa nell'errata convinzione che per Natale tutti si sentano o debbano sentirsi più buoni. Invece siamo tutti più nervosi; per il fastidio di rituali obbligati, di spese che quasi sempre sentiamo inutili, di immagini che vorrebbero indurci alla letizia e alla serenità e sono subito contrastate da visioni di fatti tristissimi, di avvenimenti tragici, di orrende realtà. La Tv di questi tempi è più che mai uno specchio deformante, e verrebbe voglia di invocare la nascita di un video che a modo di favola ci raccontasse un mondo senza più feste e senza più drammi.
Nella realtà i responsabili dei vari canali sanno che in questo lungo periodo natalizio la gran parte degli spettatori è renitente a sedersi davanti al televisore per smaltire il peso dei lauti pasti consumati. E quindi non si sforzano troppo per ammanire programmi che già in partenza sono destinati ai bassi ascolti. Una volta il periodo di fine anno era dedicato alla ricerca di buoni film possibilmente nuovi o recenti; oggi nessuno o quasi lo fa, anche perché costano troppo. Allora si ripiega sulle repliche delle repliche, o si improvvisano serate all'insegna della beneficenza che beneficiano soprattutto i cantanti che sfilano in passerella. Peggio ancora se la sera di Natale si mandano in onda programmi come Canzoni sotto l'albero, condotte da Rita Dalla Chiesa, in cui bambini cantano come adulti canzoni da adulti, con una giuria di mamme vestite da Babbo Natale. Allo Zecchino d'oro almeno i ragazzini fanno i ragazzini, in questo programma di Canale 5 sembravano piccoli mostri precocemente cresciuti.
Nel deprimente quadro della programmazione natalizia si sono salvati, la sera della vigilia, solo due trasmissioni: quella di Enzo Biagi da Israele con il suo racconto sul piccolo Gesù, dalla nascita alla discussione con i dottori nel tempio, altrettanto la narrazione dei Vangeli alle precisazioni degli storici. E un film americano, Miracolo sulla 34» strada, nel quale si cercava di dimostrare l'esistenza vera di Babbo Natale, una bella favola, con lacrime e sentimenti, nel cuore illuminato di New York.
L'arrivo del nuovo anno è anche occasione di bilanci, e per quanto riguarda le nostre Tv, specie quelle pubbliche, non c'è davvero da stare allegri. Un consuntivo può addirittura consistere in poche parole; nessuna trasmissione veramente nuova, nessuna idea che meriti d'essere segnalata. Specie per l'ammiraglia di Raiuno il bilancio è decisamente fallimentare; un flop dopo l'altro, sconfitte a ripetizione il sabato sera e la domenica, un vuoto generale con appuntamenti ripetuti e copiati dagli anni precedenti. Nel quadro complessivo spiccano come trasmissioni da ricordare gradevolmente Anima mia di Fazio e Baglioni, Pippo Chennedy Showdella Dandini e dei fratelli Guzzanti, con i suoi personaggi irridenti e una satira magari di parte ma non rozza. Gettati nel cestino in blocco tutti i programmi di varietà, e segnalato il crescente successo di Striscia la notizia, risultano positive alcune trasmissioni di fiction, con in testa quella su Don Milani, e quelle che hanno visto il meritato successo di Gigi Proietti e Massimo Dapporto, due attori sui quali la Tv può ormai puntare a colpo sicuro. Dopo un bilancio così disastroso quale quello che ci lascia in eredità il 1997 ci possiamo consolare pensando che nell'anno appena iniziato la Tv non può che migliorare. Altrimenti non ci resterebbe che mandare il televisore in soffitta
segnalato da Caterina