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Rassegna stampa - sabato 21 settembre 1985 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su La Repubblica - 21/09/1985
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Straordinario successo del concerto conclusivo della tournée per due sere consecutive al Flaminio di Roma

Baglioni: due volte quarantamila


di ERNESTO ASSANTE

Mai come in questo caso le cifre sono importanti: 703 mila copie vendute del disco La Vita è Adesso; più di un milione di persone che hanno assistito ai 53 concerti, per un totale di 50 ore di esibizione dal vivo; uno staff di 70 persone per mettere in piedi uno show sostenuto da 80mila watt di amplificazione, con 78 microfoni, centinaia di fari, un palco largo cinquantadue metri e profondo venti.
40 mila persone hanno affollato lo Stadio Flaminio di Roma giovedì sera per assistere al concerto dell'artista top dell'Italia canora di quest'anno, Claudio Baglioni. Con grande professionalità, il cantautore romano è riuscito a dimostrare che anche in Italia si possono fare dei dischi di successo, dei tour che non siano in perdita, e magari coinvolgere anche la Rai per una diretta televisiva (come quella che è andata in onda ieri sera) per il concerto conclusivo del lungo tour di Baglioni.
Il concerto del Flaminio è stata la celebrazione definitiva di questo "fenomeno-Baglioni" che ha dominato l'estate: fin dalle prime ore del pomeriggio lo stadio è stato pacificamente invaso dalla coloratissima folla dei fans del cantante, giovani semplici e normali, lontani dalle tensioni del look, poco inclini a farsi notare se non per il loro entusiasmo, accompagnati magari dai genitori che, anni fa, avevano segnato sul loro diario un appuntamento amoroso o un piccolo ricordo sulle note di una canzone di Baglioni. Un pubblico estremamente tranquillo, che ha garantito uno svolgimento privo di incidenti per la serata, che ha assistito all'esibizione rispondendo con grande calore alla musica del cantautore, sventolando fazzoletti e bandiere, cantando in coro dalla prima all'ultima nota del concerto, consumando il rito dell'esibizione dal vivo con partecipazione completa.
Era infatti il pubblico a fare spettacolo più di Baglioni stesso, il quale concede ben poco alla platea. Baglioni si muove poco, accenna solo in qualche caso dei passi ritmati, alternando al microfono, la chitarra a tracolla e il pianoforte. Più che muoversi Baglioni parla, racconta e presenta ogni canzone con un piccolo discorso, un piccolo "sermone", ma non riesce, nonostante tutto, ad essere un personaggio comunicativo ed immediato, come lo sono invece le sue canzoni. Ma poco importa, questo, al pubblico che lo ascolta, che esplode in boati di applausi ad ogni sua mossa, ad ogni suo discorso: Baglioni è un amico, il fratello maggiore, uno che sa cantare le storie di tutti nella maniera più semplice e vera, per chi lo ascolta.
Con classe e non senza mestiere, Baglioni è il poeta della mediocrità, che non è quella delle canzonette leggere tipo Sanremo, ma quella grande capacità di raccontare le cose più piccole in modo sincero, senza mai esagerare, senza mai uscire da quella grande corrente melodica che lo ha portato al successo.
Accompagnato da una band che con eleganza sostiene la sua musica, Baglioni ha offerto due ore e mezzo di concerto, riproponendo tutti i suoi famosi cavalli di battaglia, da Sabato Pomeriggio a Porta Portese, da Amore Bello a Poster, da Ninna Nanna ad Avrai, accompagnato da quarantamila voci che all'unisono hanno intonato, per il gran finale, Piccolo Grande Amore, Strada Facendo e La Vita è Adesso, accendendo decine di volte migliaia di cerini, per testimoniare l'emozione provata ascoltando le canzoni del cuore.
Uno spettacolo completo e perfetto, privo di sbavature, calibrato al millesimo, che ha lasciato indubbiamente soddisfatti vecchi e giovani fans del cantautore romano.

segnalato da Annamaria

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