torna al menu
torna all'elenco
stampa
del 06/11/99

Il Mattino
1999, odissea nella televisione

Uno show spaziale sull’astronave di Fazio e Baglioni

di Federico Vacalebre

Dai videoshock all’astronave-discarica. Da RaiUno a RaiDue. Dal juke-box Celentano che suonava solo le sue canzoni al juke-box Baglioni che cerca di aggiungere un pizzico di se stesso ai successi del Novecento. «L’ultimo valzer» è davvero ispirato a un verso dell’ultimo disco del cantautore romano, non c’entra nulla l’omonimo film in cui Martin Scorsese raccontava l’addio ai concerti della mitica Band. All’atmosfera malinconica del Winterland Ballroom di San Francisco si sostituisce lo spazio disegnato da Gae Aulenti, Oreste Pipolo e Andrea De Carlo prendono il posto di Bob Dylan e Muddy Waters, le leggende trash quello dei miti rock.
Il confronto con «Anima mia» è inevitabile, la concorrenza con «Scherzi a parte» su Canale 5 pure. La partenza è lenta, bisogna entrare nel gioco, che ripercorre gli ultimi cento anni per raccogliere o buttare cose, persone, emozioni e sentimenti. Un blob di vip e nip, superstar e desaparecidos della società dello spettacolo. Siamo nel padiglione Manica lunga della Fiera di Milano, uno studio di circa 1200 metri quadrati, Fabio ha portato con sé il Teocoli napoletano di Felice Caccamo, Claudio il suo nuovo album, «Viaggiatore sulla coda del tempo», e Luca Tommasini, un coreografo che, da quando ha spiegato a Madonna come sculettare, spoglia qualsiasi ballerina incontri.
Fazio il pilota e Baglioni il viaggiatore si muovono in un universo che rende omaggio a film e telefilm di fantascienza, Kubrick in testa (al posto di Hal, il computer di «2001 Odissea nello spazio», c’è Mal, proprio quello dei Primitives). Gli ospiti, prelevati dalla Terra attraverso una capsula, si ritrovano teletrasportati in un non-luogo. 1999, odissea nella tv, a bordo della cyberarca di Fabio-Noè, dove la stiva è un caleidoscopio con le pareti a specchio e i pavimenti luminosi e raccoglie gli oggetti da consegnare al futuro: un vassoio per le paste, un quadro di Picasso, un calendario nudo (e vivente) di Alessia Marcuzzi.
Due amanuensi trascrivono a mano tutto quello che viene detto in trasmissione: un omaggio a «Bouvard e Pécuchet» di Flaubert. Quelli che nello spazio non ci sono mai andati affidano al sorriso e alle curve di Valentina Greco il compito di dare il benvenuto ai «terrestri» nel nonluogo dove si muovono personaggi come il clandestino Riondino, l’ufficiale Tommaso Labranca e la principessa trash Moira Orfei. La musica è il passato che non passa, maledetta madeleine proustiana che non riesci a mandare giù e paga pegno alla moda del duetto (dove vai se il duetto non ce l’hai?): Baglioni & Al Stewart («The year of the cat»), Baglioni & Venditti («Sotto il segno dei pesci»), Baglioni & Bolton («A whiter shade of pale»), Baglioni & Caccamo, Baglioni & i Pooh («Get back»). Il catalogo del secolo raccoglie paradossi, più che l’ennesimo sondaggio è un divertissement. Captain Fabio prenota un posto da Arbore nella tv prossima ventura, ma arriva dopo Celentano, la sua tv da sinistra buonista fa meno effetto dopo quella di Adriano: anarchica, conservatrice, eversiva, cattolica, qualunquista, pacifista.
Sua Faziosità imita Enzo Biagi per intervistare Claudio (e concedersi una battuta sull’assenza di Berlusconi) ed esplora categorie dello spirito come «I gatti nelle canzoni», «Frasi storiche», «Cose da non salvare», «Pose da un matrimonio». Una manna dal cielo per i fans di Nick Hornby, abituati a scegliere i «migliori 5» di qualsiasi cosa immaginabile. Ma i fans di Hornby sono una minoranza, quelli di Flaubert pure. Oggi l’Auditel dirà quanti sono quelli di «L’ultimo valzer». E Baglioni? Comunque vada sarà un successo: appuntamento in classifica.


Articolo segnalato da Caterina.