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del 01/01/86

Tuttifrutti
Claudio Baglioni - Al concerto con la famiglia
Continua con enorme successo la tournée del cantautore romano. Ai suoi concerti non solo i ragazzi di quindici anni ma anche i loro genitori. Tutti frutti ha avuto la possibilità di chiacchierare con lui all'indomani di uno dei suoi spettacoli.

di Franco Zanetti

Il tuo concerto è un'occasione di grandi emozioni per il pubblico; a te che emozioni dà un concerto, vissuto sopra anziché davanti ad un palco?
"Provo un intreccio complicato di sentimenti e di stati d'animo; innanzitutto una sensazione di panico, la paura di aver dimenticato qualcosa, di non aver controllato tutto per bene; poi il senso di responsabilità nei confronti della gente, delle sue aspettative, il timore di non riuscire a soddisfarle; e poi ancora tanti brevi momenti di tensione, la preoccupazione che la voce non regga in certi momenti, qualche attimo di terrore quando ti sembra di non ricordare le parole di una canzone!"

Ai tuoi spettacoli assiste un pubblico molto vario, abbiamo visto anche giovani coppie con bambini piccoli: tu porteresti tuo figlio ad un concerto?
“Mah, penso di sì... devo dire che per me é una grossa soddisfazione sapere che ai miei concerti, che in fondo offrono un po' una macedonia di stili musicali, dalla musica metodica alle vogliette pop, alle spruzzate di rock, assiste non solo il pubblico tipico dei concerti, quello dei quindici-trentenni, ma anche gente più adulta, di quaranta, anche cinquanta anni. Sono persone che entrano in uno stadio - luogo oggi demonizzato per vari motivi, che potrebbe fare paura - sfidando il rischio di apparire fuori moda, rifiutando la ghettizzazione dell'età, per il piacere di ascoltare della musica. Magari cene fossero tante, di famiglie, ai concerti di musica 'leggera': sarebbe anche un modo per i genitori di conoscere meglio i figli, e magari anche per i figli di scoprire che i loro genitori sono più "giovani della loro età anagrafica.”

Ricordi il primo concerto al quale hai assistito?
“Mi sembra di sì... erano i tempi in cui si stava verificando il passaggio tra il rock e il pop; e deve essere stato un concerto dei Ten Years After, al Palasport, il primo al quale ho assistito. Era il momento quasi mitico e religioso della musica, quello dei grandi raduni… altri tempi!”

E la tua prima esibizione in pubblico?
“E' stata in un teatro di Roma: era uno spettacolo di varietà con la soubrette, il comico, le ballerine e io cantavo tre canzoni tristissime. Questo è stato il mio esordio, e ne andai molto fiero, perché mi diedero mille lire, e con quei soldi pagai una parte della pizza a mio padre e mia madre che erano venuti ad ascoltarmi.”

Invece il primo spettacolo tutto tuo quando fu?
“Il primissimo credo che risalga a subito dopo l'uscita di 'Questo piccolo grande amore' ... allora i concerti da settantamila watt e settecento riflettori erano lontani. Comunque dovevo suonare dalle parti di Napoli e lo spettacolo iniziò con cinque ore di ritardo perché arrivato sul posto scoprii che non solo non c'era il palco, ma non c'era nemmeno il locale nel quale avrei dovuto esibirmi! Si rimediò con una sede alternativa … “

Cos'ha in comune questo tour con quello di Alè-oò, e in cosa invece è diverso?
“Intanto direi che c'è un'affluenza di pubblico notevolmente maggiore, e questa é una cosa che mi fa molto piacere. Poi questo è il primo tour che faccio in concomitanza con l'uscita di un nuovo LP: l'altro avveniva ad un anno di distanza dalla pubblicazione dell'album e quindi era in un certo senso un po' sfasato. Nonostante questo, dicevo, la partecipazione del pubblico è straordinaria; e il dato più rilevante é che ci sono molte persone nuove, persone di tredici/quattordici anni che tre anni fa naturalmente non potevano esserci per motivi di divieti familiari.”

Quindi nella compilazione della 'scaletta' dei brani hai dovuto tenere presente questa difficoltà?
"La 'scaletta' non è stata compilata con il bilancino, perché la sequenza delle canzoni deve tenere presenti sì motivi tecnici e pratici ma soprattutto fattori emotivi e di contenuti dei testi. E se considerassi soltanto le possibili reazioni del pubblico dovrei cantare soltanto le canzoni di maggior successo; invece tengo molto a presentare anche i pezzi nuovi, quelli dell'ultimo album, che sono un po' più complessi nella struttura e anche inevitabilmente meno noti di tutti gli altri. Ci tengo a dire che questa tournée non é stata fatta per vendere il disco, che per fortuna non ha bisogno di grosse spinte perché va già abbastanza bene da solo: comunque é mio desiderio fare ascoltare, possibilmente con attenzione, anche le mie ultime canzoni.”

Tre di queste però (“L'amico e domani”, “Tutto il calcio minuto per minuto” e “Un treno per dove”) non vengono eseguite dal vivo: per quale motivo?
“Beh, intanto devi considerare che ho scritto e inciso circa centotrenta canzoni, e non posso certo fare uno spettacolo di otto ore per cantarle tutte! Le tre che hai citato sono quelle che pensavo sarebbero state di meno immediata comprensione; ma non é escluso che nel corso della tournée decidiamo di inserirle nel programma.”

Il disco è stato registrato con musicisti inglesi, in tournée invece suonano con te musicisti italiani: perché?
“Innanzitutto, io voglio che il concerto sia qualcosa di diverso rispetto al disco; per il disco andavano bene quei musicisti, per certe loro caratteristiche tecniche, e non perché sono inglesi; mentre per la tournée ho preferito i musicisti italiani, prima perché penso che sappiano avere con il pubblico un rapporto più immediato, e poi anche perché con ragazzi italiani é molto più facile anche per me comunicare le esigenze anche impreviste che possono sorgere nel corso di un concerto.”

Quanto partecipi all'organizzazione pratica di una tua tournée?
“A parte le scelte artistiche, che naturalmente spettano a me, in linea di massima mi affido completamente al manager e ai responsabili tecnici; però mi piace dare il mio parere, e ficco il naso un po' dappertutto … arrivo molto presto alle prove, controllo se tutto é a posto: insomma, sono un pignoletto!”

Articolo segnalato da Enrico.