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del 30/03/84

Il Messaggero
I dischi come i sacchi di grano

di Claudio Baglioni

La trebbiatura per me, bambino della città, era ogni volta un mistero e un miracolo insieme. Con una certa apprensione, a volte nascosto tra gli alberi, vedevo arrivare la trebbiatrice, quella macchina alta, lunga, infernale, rossa e piena di ruote, di cinghie, ten-tacoli e bocche, tirata da un lento trattore, sbuffante e piccino. E così cominciava la "festa". Gli uomini imboccavano il mostro di spighe di grano ma lui, pur facendo un rumore assordante, non portava via niente e sputava da una parte la paglia che altri uomi-ni, in equilibrio stupefacente, accatastavano fino a fare pagliai più alti della mia casa di Roma. Dall'altra, come moneta sonante, ve-niva giù il grano prezioso.
Una grande responsabilità, che dalla bilancia saltavano sulle schiene degli uomini e finivano in un luogo coperto e asciutto. A cento quintali e ogni cento, si faceva suonare una sirena e in cima al pagliaio spuntava una bandiera rossa a testimonianza. Così an-che gli altri poderi sapevano che quell'anno ci era andata bene. Allora, lì riposavo e bevevo un po' d'acqua, sperando che anche il prossimo anno avremmo fatto tanti sacchi di grano, pagliai più alti e bandierine rosse, rivincendo quella strana classifica che m'ero inventato.
Anche dischi e cantanti hanno classifiche. Ogni giornale specia-lizzato ne pubblica una, propria e personalissima, diversa da tutte le altre. I nomi son tanti: Hit-Parade, Top Ten, Dischi caldi, I ma-gnifici dieci, La Borsa del disco, Le superclassifiche, I più venduti della settimana, del mese, dell'anno, di sempre. Ci sono classifiche per tutti i generi, i gusti e i formati. Per la musica pop e la musica rock, per la musica country e la musica dance, per il jazz e il rhythm and blues, per la classica e per l'elettronica. Per i singoli e per gli ellepì, per i dischi juke-box e per quelli da discoteca, per gli artisti italiani e quelli stranieri, per le radio e per le televisioni. C'è chi pubblica anche quelle di 5, 10, 15,20 anni fa. E il lettore si perde in una giungla di segni, di frecce e asterischi, di pallini e di numeri, di settimane di permanenza e di posizioni precedenti che seguono i titoli dei dischi in salita o in discesa.
Le classifiche, è certo, sono importanti e importante è entrarci.
Alcuni anni indietro, quando le tournees estive si svolgevano in massima parte nei locali e nei dancing della costiera adriatica, era un po' d'abitudine tra cantanti e complessi, fermarsi in un albergo di Rimini, l'hotel Bellevue, e da lì ogni giorno raggiungere il posto in cui si teneva il concerto, per tornarci la notte a dormire. Questo albergo è un edificio moderno, voluto e ideato dal suo architetto, in verticale. Le camere hanno tutte un terrazzo dove prendere il sole e più si va in alto, più terrazzi, giù in basso, si posson vedere. Pino all'ultimo che domina e vede i sottostanti, senza essere visto. Ora, oltre ad avere più luce e più aria, c'è da dire che più su si stava, più fatti privati e intime storie (degli altri) si sarebbe potuto sapere e capire. Ogni anno c'era, quindi, una lotta per abitare i piani superiori e, specialmente, quell'ultimo piano e per non fare né torti, né risse e polemiche si seguiva l'hit-parade del momento. Dal primo posto a scalare.

Articolo segnalato da Cristiana.