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del 29/12/82

Tele sette
In tv, in due serate, i concerti della sua trionfale tournée

Per Baglioni è sempre estate

L'anno che si chiude è stato ricco di soddisfazioni per il cantante: due dischi di successo, una serie di esibizioni che hanno visto ovunque un'affluenza eccezionale di pubblico. A Roma un record con 150.000 spettatori.

di Roberto Gatti

"Il matrimonio è come il melone: a volte può uscire rosso, ma altre volte può uscire anche bianco, eh, eh...", ridacchiava anni fa Gegè Di Giacomo, geniale batterista di Renato Carosone, e certo fra i massimi ideologi che l'Italia musicale abbia mai conosciuto. Enunciava una verità lapalissiana: che per uno a cui le cose vanno bene sempre (o quasi), altri nove ce ne sono cui le cose non vanno bene affatto. Mutatis mutandis, anche le annate dei cantanti sono come il matrimonio: cioè, in definitiva, come il melone. Rosse per i pochi eletti, bianche per moltitudini sterminate di "aspiranti stregoni'' (e non ci si venga a dire, per favore, che stiamo esagerando, perché, da sempre, le proporzioni hanno dimensioni siffatte).
Per esempio, Claudio Baglioni è uno di quei (rari) casi che rientrano a pieno diritto nella prima categoria: quella a cui il melone esce sempre rosso. Cioè succoso, fragrante, turgido di successo, di applausi, di operazioni condotte a buon fine. Meglio per lui. Volendogli fare qualche conto in tasca, con licenza parlando, si scopre difatti che il 1982 l'ha sempre visto nei panni del protagonista. Dapprima con una brevissima tournée invernale, concepita ad arte per riprendere contatto con quei fans che da tempo immemorabile lo richiedevano invano; poi con la nascita del figlio e con il trionfale successo di "Avrai", una canzone che pare quasi il suggello a una dimensione di vita nuova, più matura e responsabile; infine con uno straordinario tour estivo, quasi un milione di presenze disseminate in lungo e in largo per l'Italia. Come non bastasse, ed è la novità di questi giorni, eccolo ricomparire con un album fresco di stampa, "Alè o-o": un doppio "live" concepito come testimonianza dei clamori estivi, come "summa" antologica di un repertorio amorevolmente accudito in dieci anni di carriera, e mirabilmente reso fresco e attuale. Ce ne sarebbe di che accontentare anche la "star" più esigente, il "divo" più insaziabile. O no?
"Beh, certo... non mi posso proprio lamentare", ribatte lui con quella sua aria sorniona. "L'unica cosa di cui mi dolgo attualmente, è di non possedere un maggiordomo: ne avrei proprio bisogno per schiarirmi le idee... e per raccattare tutti i pezzi che perdo per strada. Però, a parte questo, e facendo un rapido bilancio della mia vita, mi par proprio di intuire che il 1982 è stato un anno-chiave della mia esistenza". Già. E per chiuderlo in maniera appropriata, che cos'altro stai preparando? "Un filmato. Un filmato televisivo che passerà in due puntate, la prima il 29 dicembre, la seconda il 4 gennaio. E' una sorta di resoconto del mio tour estivo, incentrato su quelli che ritengo essere stati i due concerti più importanti che ho mai realizzato finora".
Sarebbe a dire? "Venezia e Roma", prosegue Claudio. "Vedi, Venezia non è stato soltanto il primo concerto che mi sia mai capitato di tenere nel bel mezzo della laguna, tra migliaia di gondole e di remi issati in aria in segno di tripudio: è stato anche l'evento che ha inaugurato la riapertura dell'Arsenale, un luogo deputato dell'urbanistica veneziana, che da tempo giaceva in stato di abbandono. E Roma, con quelle magnifiche 150mila presenze in piazza di Siena, è stata l'apoteosi, fortemente voluta e perseguita, di una ricerca di spazi idonei per il canto. Non è vero che le nostre città siano sprovviste di luoghi adatti a raccogliere la "domanda di musica" che proviene dalla gente. Questi luoghi ci sono: basta volerli utilizzare". E tutto questo si nota, nel filmato? "Certo, perché ho voluto montarlo in maniera tale da preservare quell'intreccio, a metà strada fra il "magico" e il "grandioso", che lo stesso ho avuto modo di gustare, la scorsa estate. In più, ci sono "tagli" di sapore ruspante: l'eccesso di "privato" in cui ci si getta immediatamente dopo il concerto, al ristorante; le chiacchiere con gli amici e i collaboratori; gli squarci di vita vera, con i nostri orari impossibili, le nostre (o, se preferisci, le "mie") insicurezze, le nostre lungaggini e i nostri ritardi...".
Insomma, non e un Baglioni "formato-cartolina" quello che esce da questo filmato televisivo... "Spero proprio di no", ribatte immediatamente Claudio. "Anche perché devo confessarti che questa esperienza televisiva nasce da un canovaccio alquanto particolare: da un "bollettino di viaggio" che, da qualche tempo in qua, mi sforzo di tenere aggiornato nei corso dei miei spostamenti. Mi è molto utile, sai, per chiarirmi le idee, per capire chi sono e che cosa sto facendo. E chissà che un domani tutto questo non mi serva anche per mettere in scena uno spettacolo più completo: un concerto di tipo nuovo o, magari, una pièce di teatro­musica. Vedremo, vedremo. ..".

Articolo segnalato da Paola.