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del 12/08/00

La Repubblica
Baglioni nell'arena Pompei

"Concerto da Gladiatore"
Il cantautore si confessa dopo l'autorizzazione della commissione di
vigilanza all'agibilità degli Scavi: "Ero pronto a lasciare."

di STELLA CERVASIO

Baglioni, lo sa che nell'arena dove lei suonerà domani combattevano i gladiatori? «Gladiatore, sì. Certe volte mio malgrado ne indosso le vesti. Anni fa avvenne la stessa cosa di Pompei, con lo stadio Olimpico». Polemiche e note, alla fine le seconde (musicali) hanno la meglio sulle prime. Pompei, che ha una tradizione per le polemiche piccole e grandi in tema di spettacoli, e non ha risparmiato neppure intoccabili come Sinatra, alfine avrà la sua notte di note. La commissione prefettizia che stabilisce se la sede di uno spettacolo è sicura o no, invocata da An mentre infuriava la tempesta nei giorni scorsi, ma regolarmente intervenuta per ogni data a Pompei o altrove nel mondo, è arrivata ieri mattina alle 11. E, sotto un sole impietoso, accompagnata dal sovrintendente Pietro Giovanni Guzzo, ha percorso in lungo e in largo l'anfiteatro. Alla fine dell'ispezione, presieduta dal viceprefetto vicario Francesco Alecci, il verdetto: l'arena può contenere 1200 posti a sedere, il concerto si farà previa attuazione di qualche modifica qua e là. «Non hanno rilevato grandi difetti», commenta Pino Chiodo, dell'organizzazione pompeiana del tour di Baglioni. Lieto per l'immagine della città il sindaco Giovanni Zito.
Ottimista il vicesindaco Carmine Cirillo: «Le considerazioni della commissione facevano capire che c'erano le condizioni per un numero di posti anche maggiore». Da novecento a 1200, numeri che sono comunque inezie, per il quarto (con odeon, teatro grande e palestra) spazio spettacolare dell'antica Pompei, riservato ai ludi gladiatorii. Robert Etienne ne La vita quotidiana a Pompei scrive che i posti nella galleria alta dell'anfiteatro erano addirittura 20 mila, aperti anche ai non pompeiani (nel 59 dopo Cristo, infatti nell'arena si svolse la famosa rissa tra pompeiani e nocerini).
Oggi l'Ufficio tecnico del Comune verificherà che le modifiche dell'allestimento prescritte dalla commissione della Prefettura siano state applicate, il che significa un'altra notte non ancora di note ma di lavoro duro per lo staff. Poi domani, alle 21.30, il concerto Sogno di una notte di note che si classifica "unplugged" (ovvero con strumenti non elettrificati, una sciccheria che finora si sono concessi molti big dello spettacolo internazionale, da Springsteen a Dylan) e che può permettersi un professionista come Baglioni, del quale si ricorda ancora un bellissimo concerto nel carcere di Poggioreale per sola voce e tastiera.
Appena ricevuta la notizia, l'ex assessore al Turismo di An Luciano Schifone dichiara che «non ci sono problemi, se lo dice la commissione: meno male che l'abbiamo chiamata noi, nessun'altro lo aveva fatto». E ironizza: «Visto che ci sono 300 biglietti in più, forse riesco a trovarne uno anch'io». Più tardi ci ripensa, e rilancia inviperito: «Noto con disappunto che non si sono adottate prescrizioni di sicurezza e di tutela archeologica adottate in altre occasioni per spettacoli certamente di minore impatto». Il consigliere di An Salvatore Ronghi, che con Schifone aveva sollevato la polemica gli fa eco: «Chiederò una copia del verbale e continuerò a vigilare. E poi chissà, potrei proporre anch'io un concerto per 1200 posti, magari con Toni Esposito o Ciro Ricci».
Un filo di tristezza nella voce di Baglioni, che è uno che il suo pubblico lo rispetta. «Sono contento che questa vicenda prenda una piega positiva, non solo per me, ma per la musica. Ero pronto a togliere l'incomodo nel momento in cui mi fossi accorto che i problemi erano un pretesto per altre questioni. In quel caso avrei continuato per altre strade che non passavano da qui. Mi spiace che resista una certa mentalità nei confronti del mondo dell'espressione popolare, in cui è compresa la musica leggera da parte di personaggi che dovrebbero avere una maggiore ampiezza di vedute e sono contrario alle piccole insolenze cui abbiamo assistito in questi giorni contro un pubblico che neppure si conosce e che merita riguardo».
L'ispirazione c'è ancora? «Una grande emozione. Questo tour è diverso, il pubblico meno numeroso fa sì che il luogo da contenitore diventi anche contenuto. Stiamo limando le ultime cose, lo stato d'animo.non so. E' tutto così delicato».
Le polemiche fanno di lei un gladiatore nell'arena.ma forse in qualche modo ha fatto anche da apripista per altre situazioni musicali. «Mi fa piacere rischiare un po' di carriera , se possono nascere sorprese, novità, eventi diversi che possano offrire a me per primo un'occasione e un invito al nuovo, rispetto alle tante cose già fatte».

Articolo segnalato da Aurora.