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del 12/08/00

Il Mattino
Baglioni: «Finalmente domani si suona»
E il 23 settembre secondo concerto da Pompei, in diretta sulla Rai

di FEDERICO VACALEBRE

Pompei. Il concerto è adesso, anzi domani, E poi anche il 23 settembre, anche se Baglioni non lo vuole ammettere, perché quando c'è di mezzo la televisivione lui ci va sempre con i piedi di piombo.
Allora, Claudio, finalmente rilassato ora che la commissione provinciale di vigilanza ha dato l'Ok al debutto del tuo «Sogno di una notte di note»?
«Rilassato non è proprio la parola giusta, sono tesissimo, ho vissuto con amarezza le polemiche di questi ultimi giorni e poi ci sono le prove, gli ultimi dettagli da mettere a posto, le incertezze della vigilia. Ma sono soddisfatto, le baruffe pompeiane sono finite, almeno così mi auguro, la professionalità del nostro lavoro è stata riconosciuta senza dubbio alcuno».
Che cosa ti è dispiaciuto di più: l'attacco di politici di An o l'uscita del magistrato convinto che il tuo spettacolo «possa richiamare bande di scalmanati»?
«Questa davvero non me l'aspettavo. In un'Italia in perenne campagna elettorale è persino prevedibile che qualcuno si alzi a gridare la propria contrarietà in nome di questa o quella dietrologia politica. Ma trovo assolutamente è inaccettabile l'insolenza di un uomo di legge che si permette di giudicare in anticipo il mio pubblico. Bande di scalmanati?
Teste calde?Non so che dire, davvero».
I problemi di questi giorni risollevano la questione dell'assoluta carenza di spazi per la musica.
«È vero. Io, dopo un tour nei palasport dal taglio fortemente tecnologico, ho avuto voglia di tornare a fare musica nella maniera più naturale e spontanea possibile e mi sono invaghito della possibilità di suonare tra le meraviglie d'Italia, teatri grecoromani, teatri d'arte... Qui dentro il contenitore diventa contenuto e il problema è che nel'antica Pompei c'erano ben tre teatri, da allora quanti teatri all'aperto sono stati costruiti, facciamo un esempio, nell'intera Campania?».
Veniamo allo show: come sarà?
«In sintonia col luogo, gli arrangiamenti sono frutto di scelte naturali, di sottrazione, del piacere di riascoltare le pause e il silenzio, di fare a meno di aggeggi elettronici, campionatori, sequencer... Un viaggio di ritorno nel mio eterno viaggio sonoro, una sfida: sappiamo ancora fare musica senza le macchine?».
Ma in scena qualche macchina c'è.
«Si, macchine che riproducono il suono del vento, del mare, del fuoco anche se quello è un effetto che dopo le fiamme negli scavi è meglio mettere da parte. Sono riproduzioni delle macchine usate dal teatro scespiriano. "Notte di note" è una mia canzone, "Sogno di una notte di note" è il titolo di questo tour che parte domani, 13 agosto, praticamente il "Sogno di una notte di mezza estate". Così l'idea, un po' sonora e un po' coreografica, di quelle macchine e dell'omaggio al Bardo».
Sorprese in scaletta?
«Tante percussioni. E forse, magari tra qualche data, l'uso di cimbali e mandolini. E poi una versione dissacrante di "Avrai": l'ho scritta per mio figlio, ma ora che lui è diventato maggiorenne posso salutare anche lei».
È vero che tornerai a Pompei per un secondo concerto? Che dal tour trarrai un disco dal vivo e un programma televisivo?
«Non lo so, io ed i miei colleghi abbiamo esagerato coi cd live e i concerti in tv, potrei fare qualcosa se a metà tour mi accorgessi che l'atmosfera ed i suoni che ci accompagnano si sono fatti davvero speciali. Tornare a Pompei mi piacerebbe, nell'anfiteatro, o magari altrove, qui ci sono tanti spazi adatti ed emozionanti, sarebbe anche una maniera per ringraziare la città dell'accoglienza e del rispetto che mi hanno mostrato: quel magistrato, quei politici di An, quelli che hanno gridato al buco nel muro non mi fanno dimenticare il calore e l'emozione provata in tanti incontri».
Claudio non lo dice, ma il 23 settembre il «Sogno di una notte di note» si chiuderà da dove partirà, a Pompei, con un concerto questa volta solo ad inviti. Ed in diretta Rai, resta solo da decidere su quale rete.

Articolo segnalato da Cecilia.