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dell' 11/08/00

Il Mattino
Baglioni, oggi si decide sul contestato concerto nell'anfiteatro

«Pompei, commedia infinita»

di Federico Vacalebre

Pompei, Italia. Questo concerto non s'ha da fare, almeno non qui, perchè nel teatro dei templi di Paestum e in quello romano di Benevento non c'è problema, nella valle dei templi di Agrigento e nel teatro greco di Taormina neppure. Ma a Pompei no. Perché? Perché no. Perché l'infinita campagna elettorale val bene la testa (metaforica) del sinistrorso Baglioni, perché gli intellettuali di casa nostra continuano a dividere la musica tra alta (?) e bassa (??), perché qualche organizzatore non manda giù l'impossibilità di allestire i propri spettacoli lì dove la storia luccica, perchè il controllo sugli scavi fa gola a tanti. E allora vai con gli incendi e gli indagini, il finto giallo del buco nel muro che c'e da tempo e qualcuno scopre solo ora, vai con lo slogan che «lo show è solo uno spot alla Melandri», col magistrato che dice la sua contro l'opportunità di concedere lo spazio archeologico per uno spettacolo che «potrebbe richiamare bande di scalmanati», anche se nessuno finora aveva mai chiamato così mamme e figlie innamorate del divo Claudio.


Articolo segnalato da Marcello.