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Rassegna stampa - giovedì 7 settembre 2000 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su La Nuova Sardegna - 07/09/2000



Baglioni, sognando una notte di note

Intervista al cantautore romano Claudio Baglioni in concerto venerdì a Nuoro e l'indomani a Cagliari. Un tour acustico per ritrovare un rapporto più intimo con il pubblico

di Walter Porcedda

Claudio Baglioni, da un tour all'altro. Chiuso il "Il Viaggio", 47 concerti nei palasport di 22 città (oltre trecentomila presenze) in piena estate, ecco il "sogno di una notte di note", tournée acustica per i piccoli teatri d'arte e anfiteatri. Luoghi ideali per un confronto ravvicinato con il pubblico in questo show senza effetti speciali, che sarà di scena venerdì alle 21:30 nell'anfiteatro romano di Nuoro e l'indomani all'anfiteatro romano di Cagliari (a cura di Interfestival). "E' anche questo un viaggio di ritorno - risponde Claudio Baglioni - verso un tipo di rapporto meno spettacolare con i luoghi e con il pubblico, dove la prima attrice è la musica. Niente giocattoloni tecnologici, preregistrazioni, loop, etc...
L'unico ricorso alle tecnologie sono tre macchine che abbiamo costruito ispirandoci al teatro Shakespeariano: in pratica sono dei campionatori ante litteram perchè sono i marchingegni che in teatro venivano usati per riprodurre i suoni del vento, del mare, della pioggia. Questa tour è nato con l'idea di far diventare il contenitore una sorta di contenuto: teatri, nella maggior parte antichi, siti archeologici, luoghi che hanno una particolarità dal punto di vista storico e paesaggistico". In uno di questi luoghi, in Sardegna, l'anfiteatro romano di Cagliari, c'è stata questa estate una forte polemica da parte di ambientalisti, uomini di cultura, privati cittadini che ha preso di mira la decisione di occultare il sito sotto una grande costruzione di legno.
"E' sempre difficile giudicare. Se da una parte è legittima la voglia di conservare i siti per come sono, dall'altra c'è in fondo una necessità e una urgenza di non fare in modo che questi spazi muoiano o diventino dei cimiteri, ma che possano continuare a ospitare quella che è l'arte popolare di adesso. Certo, bisognerebbe avere quella capacità e saggezza di trovarsi nella linea giusta di mezzo, perchè le strutture non vengano impoverite o brutalizzate dai ripristini, ma che invece possano, tra l'altro in questa cronica assenza di spazi, servire alla cittadinanza". Baglioni in versione unplugged. Ci sarà anche un album?
"Questo tour è innanzitutto un'esigenza personale: quella di misurarsi con le suggestioni ravvicinate della musica e dell'emozione, del silenzio e della pausa che nei concerti pop rock sono difficili da ottenere. Per il disco, decideremo solo alla fine; per il momento stiamo registrando tutte le performance. Non tutti i dischi dal vivo infatti, sono benedetti dal cielo. Se il contenuto musicale è interessante, come sta avvenendo adesso, allora le registrazioni potranno diventare un prodotto discografico".
Baglioni non solo artista che ha scritto molta della storia della musica italiana contemporanea, ma anche personaggio tivù. Tra le voci che ritornano, la sua eventuale presenza al festival di Sanremo, come special guest oppure in qualità di presenza "obliqua" come è stato con Fazio. "Ho usato anch'io lo stesso aggettivo.
Sono stato a Sanremo nel 1985 per il premio della canzone del secolo e da allora non ci sono più tornato. Non so come finirà. Se un giorno per caso dovesse accadere è preferibile andare al festival e partecipare per quello che è: cioè una gara".
E il ritorno in televisione?
"Mah, con la tivù ho un rapporto stridente. E' un mondo nel quale si può entrare con l'idea di un Indiana Jones: cioè di fare una sorta di blitz . E finora è sempre stato così, tra l'altro grazie alla complicità divertita e divertente di Fazio. Può darsi che ci sia un ritorno. Sono anni che mi chiedono di fare una trasmissione monografica, come quelle di Morandi, Zero, Celentano... Penso che quella sia una formula piacevole. Il problema è che oggi la televisione è estremamente competitiva e ciò va a discapito di una maggiore leggerezza. Si scrive solo di quanti l'hanno vista e non di cosa c'era. Il giorno in cui si diventa meno competitivi si potrà tornare a fare della buona televisione."

segnalato da Ernesto

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