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Rassegna stampa - venerdė 7 aprile 2000 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Giornale di Brescia - 07/04/2000

Claudio Baglioni, che sarà in concerto l'11 e il 12 aprile al PalaGeorge, racconta il suo spettacolo multimediale e parla del suo rapporto con il tempo
Un viaggiatore tra sogni e ricordi
Dopo lo show tecnologico in arrivo a Montichiari, il progetto di un tour acustico e pių intimo

di Giovanna Capretti

Un «viaggiatore sulla coda del tempo», con una valigia di ricordi come talismano, il sogno di un tour più intimo dopo il bagno di folla dei palasport, e senza paura di affrontare il futuro. Claudio Baglioni si prepara a portare nel Bresciano, l'11 e il 12 aprile al PalaGeorge di Montichiari, il suo «cinema virtuale», lo show tecnologico che dopo il debutto fiorentino di marzo, attraverso la penisola, proseguirà fino a metà giugno.
«È un vero e proprio viaggio, più che un tour - ci spiega al telefono - la terza tappa di un percorso nel quale confluiscono tanti elementi spettacolari aggiunti in tutti questi anni. La "Trilogia dei colori" è partita dieci anni fa con lo spettacolo Giallo, uno show semplice, da commedianti di strada, è proseguito nel '96 con il colore Rosso in cui abbiamo scoperto il teatro, la gestualità, la danza. Ora con il Blu siamo diventati una carovana di 120 persone, tra cui una band di sei musicisti .
e nove tra percussionisti e danzatori, e proponiamo un "cinema virtuale", uno show tecnologico, con un doppio impianto laser, riflettori da set cinematografico, una grafica che sostiene la suggestione del racconto, e un mio "doppio" virtuale, un omino che si chiama Cloud, come "nuvola" in inglese, ma che richiama anche il MacLeod protagonista del film "Highlander"».
Un viaggio che guarda al futuro, quindi. Ma questa tecnologia significa che la musica non basta più?
«La musica è sempre l'elemento centrale, ma cambia l'approccio. Non si tratta solo di reinterpretare le vecchie canzoni in modo nuovo, ma di reinventare il rituale dello stare insieme. L'artista deve stupire, deve essere animato dalla curiosità. Io propongo uno spettacolo impegnativo, ma che fino ad ora mi ha dato grandi soddisfazioni».
Nella tua carriera ormai trentennale hai attraversato anche momenti difficili, ma sei sempre riuscito a rinnovare la tua immagine...
«Non ho mai voluto diventare schiavo di un'immagine eterna. Credo che il tempo ci appartenga, ma solo fino a che non vogliamo misurarci a tutti i costi con lui. Non per niente l'ultimo disco e il tour parlano di un viaggiatore che sta sulla "coda" del tempo...».
A proposito di tempo, con «L'ultimo valzer», assieme a Fabio Fazio hai portato in tv uno spettacolo in cui facevi una scelta di oggetti, memorie, valori da portare nel nuovo millennio. Cosa hai messo in valigia, partendo per il tour?
«Il mio bagaglio è fatto di ricordi, di emozioni, di luoghi, di alberghi che trovo cambiati, di palasport che rivedo dopo tanti anni... Questa valigia ideale è una sorta di talismano della memoria, ma non l'ho riempita completamente prima di partire: ho lasciato spazio per tutte le cose ancora da acquisire, da imparare».
E nel tuo percorso artistico, cosa riserva il futuro?
«Questo tour chiuderà il "viaggio a colori". Mi piacerebbe in autunno portare in giro uno spettacolo di piccole dimensioni, con canzoni sottolineate da un suono acustico, più leggero, più snello. Per questo però voglio trovare luoghi particolari, diversi dal solito, che diano una spinta emotiva non scontata».
Vuol dire che rinuncerai al grande pubblico della tv?
«La tv la faccio per gioco, trascinato dall'amicizia e dalla follia di Fabio Fazio.
Per me è come una gita in corriera, non mi considero un personaggio da piccolo schermo: il mio posto è a contatto col pubblico».

segnalato da Ernesto

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