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Rassegna stampa - mercoledì 20 ottobre 1999 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Il Messaggero , Spettacoli - 20/10/1999
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Dischi/ Difficoltà per la nostra musica, continua il fenomeno ispano-latino con Manu Chao e De Palo

Cantautori italiani vinti dalla ”Flaca”



di M. Molendini

ROMA - La musica italiana batte La flaca. Nuota controcorrente, insidiata dall’onda latina. E, soprattutto stenta a vendere. Lucio Dalla, con il suo Ciao, uscito all’inizio di settembre, non figura più neppure fra i primi dieci della hit parade di questa settimana (è dodicesimo, con duecentomila copie). Antonello Venditti è sesto, ma Goodbye Novecento in un mese ha superato solo a fatica le centomila unità. Meglio va a Luciano Ligabue: Miss Mondo è al primo posto nella classifica di questa settimana e viaggia attorno alle trecentomila. Comunque, resta decisamente lontano dai ritmi delle sue ultime uscite, anche se può sperare nel prossimo porta a porta del suo tour che debutta sabato a Firenze.
Diverso il discorso per Adriano Celentano, Io non so parlar d’amore dopo ventitré settimane è ancora quarto, ha venduto mezzomilione di cd, ma è destinato a crescere ulteriormente (e la sua casa discografica intanto ha fatto uscire una compilation, Le origini di Adriano). A trainarlo c’è il fantastico successo televisivo di uno show che serba altri colpi: un duetto con Bowie nella prossima puntata, il tentativo di acchiappare Paul McCartney, e una coda natalizia per un Meglio di... Ristagna, invece, Capo Horn di Jovanotti: in ventidue settimane ha superato le quattrocentocinquantamila copie e ha avvicinato il mezzo milione, ma dopo un exploit di fine estate si è del tutto fermato ed è ormai appesantito al sedicesimo posto. Riuscirà il prossimo tour a risollevarlo?
Intanto, continua a tenere banco il fenomeno latino. Il Clandestino di Manu Chao, beneficiato dall’apparizione televisiva con Celentano, è secondo nelle vendite ed ha toccato le centocinquantamila copie. Jarabe De Palo è terzo con la sua La flaca, già a quota duecentomila. Al contrario, Lou Bega con il suo A little bit of mambo sembra avere perso la spinta ed è ormai sceso al ventiquattresimo posto. La sua storia è stata breve e rappresenta l’ulteriore conferma del fatto che, a questo punto, i ragazzi prima di spendere 39 mila lire (quanto costa un cd oggi) ci pensano due volte. Magari, se attrezzati tecnologicamente, preferiscono farsi copiare il cd con un masterizzatore o scaricarlo direttamente da Internet. Oppure, comprare dischi pirata. Il risultato è che diventa sempre più difficile affrontare la riposta del mercato anche per quei personaggi che hanno sempre rappresentato delle certezze. Il pubblico sceglie o il prodotto da consumare sul momento o i dischi sicuri, confortati dalla qualità certa e già verificata (come dimostra il fenomeno duraturo dei vecchietti di Buena Vista social club, ancora quattordicesimi). Insomma, soltanto il nome non basta più.
La conferma verrà dal resto della stagione. In questi giorni escono gli album di Luca Carboni e degli 883 e sono appena usciti gli Almamegretta (il loro Quattro quarti è partito al tredicesimo posto della hit parade). A metà novembre sbarcheranno nei negozi i dischi di due grossi calibri come Mina e Baglioni. Claudio potrà contare sul supporto promozionale dello show televisivo con Fazio. Mina giocherà sullo zoccolo duro dei suoi fans e sulla suggestione di un progetto che, dopo il duetto con Celentano, la vede scegliere il repertorio di un cantautore popolare come Renato Zero (il suo live Amore dopo amore, tour dopo tour è ancora diciottesimo in classifica e ha venduto oltre seicentomila copie). Quanto a Gianni Morandi è ancora in pieno lavoro. Il disco vedrà la luce solo a marzo, ma si preannuncia come un progetto assai ambizioso, e diretto al grande pubblico con Eros Ramazzotti in veste di produttore

segnalato da Caterina

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