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Rassegna stampa - venerdì 9 ottobre 1998 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su La Repubblica - 09/10/1998
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Fazio: "Il mio Sanremo è un gioco da ragazzi"

Il conduttore parla del festival, mentre il progetto con Claudio Baglioni per "Dieci" è rinviato

di Silvia Fumarola

ROMA - Dovevano essere protagonisti di un'altra stagione insieme, dopo il grande successo di Anima mia, invece la coppia Fazio-Baglioni si separa. La voce circolava da giorni, ieri la conferma: Dieci, il programma di RaiDue sugli oggetti cult da portare nel secondo millennio, non si farà. "E' rimandato al primo trimestre del '99 secondo la versione ufficiale, ma sembra molto difficile che possa essere prontoa primavera. Baglioni è alle prese col nuovo album, Fazio impegnato col festival di Sanremo. A Viale Mazzini molti sostengono che il progetto, di fatto, sia già naufragato; ai problemi organizzativi si sarebbero sommati quelli economici- si sussurra che il direttore di RaiDue Carlo Freccero abbia speso quasi tutto il budget della rete - e la presenza di Baglioni, mentre la Rai si sta riorganizzando in divisioni per razionalizzare i costi, avrebbe finito col pesare su un unico programma. Forse il cantautore non sar` neanche sul palco dell'Ariston accanto a Fazio, ma potrebbe presentarsi al festival in veste di superospite o come cantante in gara. Intanto il conduttore di Quelli che il calcio - in testa agliascolti domenicali - lavora a un altro programma ma solo in veste d' autore, Dediche, varietà musicale (ancora senza conduttore, ma circola il nome di Alessandro Greco) che debutta il 12 novembre: le canzoni come pretesto per raccontare storie di vita. Fazio, per lei è una stagione piena: come l'ha presa Freccero quando gli ha comunicato che avrebbe condotto il festival? "E' la prima persona che ho chiamato, ed è stato il primo a consigliarmi di fare Sanremo". Non immaginava che si sarebbe accavallato con "Dieci"? "Ora sto pensando a Quelli che il calcio e a Sanremo". Dicono che con la sua presenza al Festival torneranno i cantautori. "Questa è una responsabilità troppo forte per me, io non c'entro con le scelte musicali e spero che la mia voglia di mettermi in gioco e di giocare aiuti chi non c'è mai venuto. Sarebbe bello avere i grandi anche in concorso. Di per sé il festival è un grande gioco e poi un fenomeno di costume. Le gare si fanno anche tra amici: funzionano se uno fa finta dicrederci". Sarà anche un gioco, ma per l'industria discografica è un gioco importante. "I giochi sono leggeri e anche seri, ma devono essere divertenti. Alla fine parliamo di canzoni: appartengo a una generazione che il festival l'ha sempre visto in tv, con un mix di affetto e curiosità che spero di conservare. Se i grandi della canzone si avvicinano con questo spirito, non aiutano solo Sanremo ma la musica. Il festival è ancora visto come un posto miracoloso dove presentare i prodotti che non si sono venduti o sono andati male. Non credo nel potere dei conduttori, la discografia deve impegnarsi ad adoperare Sanremo come vetrina per esporre le merci preziose". Che impronta darà a Sanremo? "Il festival ha già una sua forza. Non si pur stravolgere, si pur cercare qua e là di personalizzarlo. E' chiaro che oggi il mio modo di fare tv assomiglia a me stesso, ma è anche vero che ci sono luoghi e situazioni per sperimentare. Lavoro col mio gruppo di sempre, Pietro Galeotti Massimo Martelli, e ci sarà anche Enrico Vaime". Si scatenerà la solita caccia alla bionda e alla bruna. E a questo punto, Baglioni ci sarà? "La caccia fa parte di quello che definirei un "gioco di ruolo", sarebbe un peccato se mancasse. Ma ho tutte le intenzioni di non occuparmi di questi aspetti, sarò sul palco con chi c'è. Sanremo è il capodanno della tv, un gioco in cui i giornalisti fanno i giornalisti, la bionda fa la bionda, poi se i cantanti proponessero canzoni interessanti, sarebbe un bene per la musica". Dei suoi predecessori - Baudo, Mike Bongiorno e Vianello - cosa vorrebbe avere? "Lo smoking di tutti e tre. Scherzo... Mike l'ho sentito, ci vedremo, ha detto che deve darmi dei consigli. Il primo è stato: "Fabio, cerca di non fare Sanremo da solo perché se no ti stanchi. Se sei dietro le quinte ci vuole qualcuno che ti sostituisca in scena". Credo che abbia ragione, perché mi stanco solo a pensarci. Non mi ispiro a nessuno dei grandi, cerco l'edizione andata peggio, così se faccio un po' meglio ho già fatto bene. A dire la verità sono sorpreso di me stesso per la dose di incoscienza che ha contrassegnato questa scelta, in genere sono molto cauto. Ma ho capito - lo so da sempre - che Sanremo h una cosa da fare. Forse il segreto è saper mantenere una dose di consapevolezza e divertimento, stare un po' più in là del posto dove sei, per non essere troppo coinvolti, se no uno finisce per crederci. Poi alla fine non so se lo farò...".In che senso? "Ho ricevuto già tanti complimenti, solo per la notizia che l'avrei presentato che forse, a questo punto, è inutile fare il festival: va bene così. Però mi piace l'idea dell'impegno biennale a Sanremo perchh posso curare i fiori. Rientrerà nei compiti del conduttore?".

segnalato da Stefania Verasani

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