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Rassegna stampa - venerd́ 14 agosto 1998 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Il Giornale di Sicilia - 14/08/1998
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Quarantamila tifosi per Claudio
La città si stringe al cantautore

Folla straripante alla Favorita per il megaconcerto dell'anno Cronaca di una serata sul filo dei sentimenti. Dal fraticello partito da Solarono, ai fan con striscioni di Napoli e Milano

di Francesco Massaro

PALERMO. "Cinquemila un cuoricino", urla un ragazzo trascinando un passeggino con le ruote sbilenche. Tanti cuori luminosi, piccoli, di plastica. Vanno via in un lampo, come farne a meno quando Claudio canterà "Questo piccolo grande amore" o "Mille giorni di me e di te"?
L'attesa si scioglie lenta davanti allo stadio, i quarantamila sciamano abbracciati, portandosi dietro striscioni e pezzi di cartone. Claudio li vedrà durante le tre ore di concerto, chiazze bianche e nere in mezzo al muro di folla, lo stesso muro che c'era a Roma e Milano.
Palermo ha risposto. Alla grande. Ma s'era capito in questa settimana di concertini sugli autobus, di apparizioni improvvise e di fans in lacrime ad aspettare ore davanti all'albergo, pure sotto la pioggia. Per Baglioni arrivano da tutta la Sicilia. E pure da Napoli, c'è un lenzuolo appeso in curva sud, dove andrà a suonare a settembre. Fa la fila per entrare un fratino dalla faccia pulita. "Mi chiamo Igor, ho 25 anni, arrivo da Sortino, in provincia di Siracusa". Ha il saio d'ordinanza e un gruppo di amici al seguito. Sono i 'Ragazzi della Gioventù' francescana'. Baglioni gli piace, dice, "Perth‚ parla d'amore e l'amore è tutto, l'amore fa muovere la nostra vita". Bagarini davanti al botteghino. Scatenati e arrabbiati. Gli affari non vanno bene, i biglietti li svendono, "glielo do tremila lire meno". La gente li ignora e fa bene. Per la cronaca, agiscono indisturbati, alla faccia dei controlli. Ma non è una novità. Li abbiamo visti speculare come avvoltoi pure sulle partite del cuore, quelle organizzate per raccogliere soldi per i leucemici tanto per intenderci.
Ragazze molte. Tre a caso. Chiara, Alba e Giuliana.
Aspettano gli amici davanti alle cabine telefoniche, dove una volta si davano appuntamento i tifosi del Palermo.
Altri tempi, sig.! Se ne sono andate in giro per tutta la settimana. "Speravamo di incontrarlo, non ci siamo riuscite". Si sono piazzate pure davanti a Villa Igiea. "L'abbiamo visto uscire con la macchina, tutto qui". Acqua, birra, coca, aranciata, panelli e crocchè, sciarpe e magliette, calia e semenza. Gli ambulanti vanno a nozze. I primi ad essere affranti per le sorti dei rosanero sono proprio loro, questioni di tasca piu' che di cuore. Il concerto di Baglioni è una boccata d'ossigeno in questa estate povera e torrida.
Queste cinque arrivano da Milano. "Siamo qui in vacanza, a San Siro non l'abbiamo visto, lavoravamo". Hanno preparato tre striscioni tre. Il primo: "Da Palermo a te, Claudio non hai limiti". Il secondo: "Eccoti qui in questa notte di note, dopo 12 anni di nuovo qui". Il terzo: "Claudio, non sarai solo finchè avrai una storia da raccontare e qualcuno che ti ascolterà". Lo stadio, un gran colpo d'occhio. Il palco a stella copre tutto il campo, otto autogru reggono gli amplificatori. Spalti pieni, il prato quasi. "Claudio, Claudio", l'attesa cresce. Antonella Barone e Patrizia Rindone, mamme contente. "Siamo tornate da San Vito". Al seguito hanno figli e mariti. Insegnano all'Istituto d'arte. "Ci siamo innamorate dei nostri mariti con le sue canzoni, sono passati tanti anni, lui è sempre grande".
Piu' di allora? "Ah no, le canzoni vecchie sono le piu' belle". E' arrivato giovedì, è arrivato questo benedetto 13 agosto. Questa sera Palermo l'aspettava da dodici anni, era appena uscito "La vita è adesso". In vinile. Il cd era ancora roba da esperti. Una vita fa. Lo spettacolo lo conosciamo bene, l'abbiamo visto e rivisto in tv. Ma la gente c'è, è forte, urla e si sbraccia. Le ragazzine piangono e cantano le parole che Baglioni scrisse quando loro neanche c'erano. Alle 21 si spengono le luci e Claudio appare. Un lungo "alè oo" prima di "Strada facendo". Arrivano le ballerine, i giocolieri, i mangiatori di fuoco.
Gira, salta e balla, Baglioni. Ha smesso di prendersi sul serio, ha smesso di fare il musone, il menestrello un po' sfigato. Ora indossa il mantello del mago illusionista per "Acqua dalla luna" e l'accappatoio colorato per "Dov'è dov'è", corre da un capo all'altro del palco e non si risparmia. Qualcuno ha storto il naso. Spettacolo eccessivo, hanno detto, al limite del Kitsch. Lui l'ha ammesso senza paura: "Questo show l'ho voluto proprio così, pieno di cose, anche a costo di esagerare". Il viaggio di questi anni l'ha portato lontano, ha addirittura imparato ad andare in tv e prima si faceva pregare pure per promuovere un disco. E' cambiato, sì, ma la gente lo ama lo stesso. A Roma, a Milano, a Palermo. La stessa forza, lo stesso entusiamo, lo stesso pugno al cielo per "Vivi", lo stesso urlo per "Noi no", la standing ovation per "Mille giorni di me e di te" e "Fammi andar via" e "Ninna nanna di guerra", il vecchio e il nuovo in questo show magico, colorato e pieno di cose, un film di tre ore che infiamma in questo catino pieno di energia che è tornato ad essere, per una sera, lo stadio della Favorita.

segnalato da Andrea

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