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Rassegna stampa - marted́ 23 giugno 1998 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Musica per sempre - 23/06/1998
www.rcs.it/musicapersempre


Lettera a M.L. Fegiz


di MLF

Egr. Sig. Fegiz
Le scrivo per poterle esporre le mie idee in campo musicale. Io sono un giovane musicista che, come molti colleghi è molto amareggiato nel leggere il pensiero di alcuni critici musicali e per tanto vorrei esporle brevemente il mio punto di vista. Secondo la mia personale opinione la critica dovrebbe avere un ruolo costruttivo, dovrebbe tener conto di tutti i fattori che gravitano intorno al mondo della musica.
Più importante ancora per me, la critica dovrebbe aver rispetto per gli artisti dal momento che il critico vive di essi.
Purtroppo, secondo me, il settore dei critici in genere non è molto professionale, in quanto spesso si limita a sparare delle opinioni personali dimenticando il loro ruolo professionale. Per tanto sarei molto curioso di conoscere la formazione culturale e soprattutto musicale di alcuni di loro.
Non voglio cadere in un discorso polemico se non addirittura inutile e noioso; il mio intento è solo di ricordare, per quanto possibile, alcuni dei nomi pìù prestigiosi che l'Italia musicale può vantare ma che vengono ignorati dai più giovani perchè spesso ignorati dagli stessi critici.
Per quanto riguarda il Progressive Rock vorrei citare P.F.M. e Banco, sul versante Fusion Pino Daniele, Renato Zero, Vasco Rossi, De Gregori e molti altri forese meno conosciuti, ma non per questo meno validi.
In particolare reputo bravissimo Claudio Baglioni che ormai da molti anni porta avanti un discorso di un certo spessore, sia per quanto riguarda la parte musicale che per i testi delle sue canzoni, mentre ho l'impressione che i critici eludano il suo impegno. Come vede e come già sà sicuramente abbiamo molto da dire in campo musicale, ma se venissero letti solo i giornali o ascoltata solo la TV si ignorerebbe perfino di chi stiamo parlando, e questo (me lo conceda) solo a causa della sua categoria.
Per quanto riguarda i giovani il problema e delle grandi case discografiche che non si accorgono di uccidere la musica confezionando dei prodotti su misura e non lasciando spazio alla fantasia del musicista.
In questo caso il critico sembra essere distratto, oppure mi viene da pensare che altri lo distraggano per convenienza.
Io in tutta umiltà vorrei conoscere il suo pensiero in merito e se me lo concederà vorrei avere l'opportunità di discutere con lei di alcune delle mie idee che riguardano sempre l'ambito musicale, dal momento che io ritengo che lei sia un professionista seri ed onesto.
Distinti saluti
Miguel



Egregio signor Miguel,
mi scusi anzitutto per il ritardo con cui metto in rete e rispondo alla sua lettera (forse scambiata per via del Suo nome con una pubblicità dei siti dei fans di Miguen Bosè...). Il suo scritto tocca svariati argomenti.
I critici musicali (parliamo di rock e musica leggera, detta anche msuica extracolta) si dividono in due categorie: quelli di formazione msuicale (conservatorio, attività in band ecc) e quelli di formazione giornalistica (io appartengo alla seconda categoria). I secondi sono spesso preferiti ai primi perchè migliori nel volgarizzare gli argomenti e quindi interessare, al di là dei particolari troppo tecnici, il grande pubblico. Il critico non deve essere obiettivo, ma onesto. La parzialità, gestita con equilibrio, non costituisce a mio avviso un difetto. Altrimenti facciamo della cronaca e basta.
Sono d'accordo sul giudizio su Baglioni musicista e sulla sua bravura generale. Anche lui però non ha saputo rinunciare a costruirsi un Mausoleo (il concerto di Roma) dove la musica era decisamente asservita allo spettacolo (ma è un male?).
Infine un'ultima considerazione: non esiste rapporto fra resa gironalistica di un artista e il suo valore intrinseco. Questo spiega perchè prodotti mediocri ma molto popolari abbiano grandi articoli e grandi titoli, e prodotti validi non trovino spazio sui grandi quotidiani.
Cordialità

MLF


segnalato da Caterina

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