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Rassegna stampa - luned́ 8 giugno 1998 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Il Messaggero , Spettacoli - 08/06/1998
www.ilmessaggero.it/


Lo sfogo della star subito dopo il concerto all’Olimpico: «Nessuno ci ha aiutato»
Rotto l’idillio con i fans dei Clab che non gli perdonano di essere stati snobbati



di Aldo De Luca

ROMA - Siccome sono stati beffati e umiliati, cominciamo da loro, quelli dei Clab: gli stracci volati nella commedia all’italiana dell’ormai famoso prato negato. Che è l’altra faccia, quella brutta e ridicola, della magnifica notte dell’Olimpico. Forse, Al Cavaliere bianco & nero ancora non è arrivato all’orecchio tutto il dramma dei suoi fans, quei clabber arrivati a migliaia da mezza Italia per adorare il loro totem vivente. Mettiamola così: i suoi fedelissimi non lo adorano più come prima, quasi si fosse rotto l’incantesimo. Il succo del loro stato d’animo: dovevamo essere i primi siamo stati trattati come gli ultimi, dovevamo stare sul prato, siamo stati abbandonati a noi stessi, sbattuti di qua e di là come clandestini... Si sfogano, telefonano ai giornali per sfogarsi. Come Marco Parmigiani noto clabber romano, come il napoletano Rosario Di Lorenzo: ti raccontano che non perdonano a Baglioni di averli snobbati come invece ha fatto quando è andato alla curva sud e alla tribuna Tevere a ringraziare, ignorando il mucchio di clabber che l’aspettavano alla curva nord. «Tante ragazze hanno pianto... un torto così non doveva farcelo», dicono Marco e Rosario. E ce l’hanno anche con chi organizza i Clab, che poi sarebbe Rossella Barattolo, la fidanzata di Baglioni. Magari gli passerà, ma oggi le sue truppe cammellate masticano amaro: e quei biglietti omaggio che gli sono stati promessi per rivedere il concerto di domenica è stato preso per uno zuccherino quasi offensivo.
E ora, parliamo del prato. «E’ stata una festa, alla faccia di quelli che hanno lottato contro», con questa fucilata polemica Baglioni ha chiuso il concerto di sabato. E subito dopo, incontrando i giornalisti ha continuato a pestare duro. Prima ha ricordato quanto è stato difficile conquistare l’Olimpico, se non fosse corso in aiuto Walter Veltroni sarebbe rimasto sbarrato alla musica. Poi ha caricato a pallettoni, sparando contro quel dannato prato verde che è rimasto inviolato, nonostante le promesse da marinaio delle Autorità: «Basta con questo tabù! La musica non è violenza».
Chi ha lottato contro?
«Nessuno ha per davvero remato contro, ma nessuno ha mosso un dito per aiutarci... a un certo punto credevo proprio di non farcela, mi stavo per arrendere, poi dopo quella telefonata con Veltroni le porte si sono aperte».
Però il prato...
«Il nocciolo della polemica è che continua a esserci una totale disattenzione nei confronti della musica, di tutti quelli che fanno quello che faccio io. Centocinquanta milioni per riparare i danni al manto erboso, però li hanno voluti...».
Che ci vorrebbe per fare anche all’Olimpico un concerto come dio comanda, cioè con la gente sul prato?
«Un altro Gava... ricordate? L’Olimpico fu dichiarato inagibile ai mondiali, ma intervenne Gava che era ministro dell’Interno: lo stadio è agibile, ordinò... ecco, a me è mancato un Gava».
E’ stata la commissione di vigilanza a negare il prato all’ultimo momento, per motivi di ordine pubblico...
«Nella commissione ci sono venti teste, basta uno che dica no... Le regole vanno rispettate, ma non possono essere interpretate di volta in volta in maniera diversa. E poi, vogliamo dimenticarci che questo tempio del calcio è teatro di violenze, di sprangate, qui ci sono stati anche i morti... la musica invece non porta violenza, i miei fans non sono gli ultrà del pallone».
E allora, che fare?
«Una volta il presidente del Coni Pescante disse polemicamente che lui non avrebbe mai chiesto il Teatro dell’Opera per farci una partita di calcio. Nemmeno io lo chiederei... però un concerto di musica all’Olimpico sì, si può fare, si deve fare. Anche sul prato...».


segnalato da Caterina

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