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Rassegna stampa - giovedì 19 marzo 1998 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Musica! (La Repubblica) - 19/03/1998


Da anni trapiantato in America, Corrado Rustici torna spesso in Italia per produrre a modo suo qualcosa del pop italiano, da Elisa a Baglioni. "Ma il futuro è nel suono di Internet"


di Alfredo D'Agnese

Parlando di lui si ha solo il dubbio se definirlo “l'amico americano” o “l'uomo dei suoni”. Ma Corrado Rustici, chitarrista e produttore napoletano trapiantato a San Francisco, si sente soltanto “in missione” come i Blues Brothers. Il suo ruolo? Portare la musica italiana nel mondo, essere il collegamento fra il Belpaese e la patria del rock. "La cosa che mi è sempre stata a cuore" ci racconta "è di essere consapevole che il mio cammino, che tutto quello che ho fatto va al di là del semplice ruolo dello strumentista. Seguo le teorie di Arthur Koestle sugli oloni, praticate anche dal filosofo americano Ken Wilber, al quale mi sono ispirato. Viviamo in un mondo di concatenazioni. Noi italiani siamo al di fuori di questo processo: ma a me affascina l'idea di fare di più".
Così, dopo Zucchero, Francesco De Gregori, e il lancio di Elisa, Rustici affronta una nuova scommessa, il nuovo, imminente disco di Claudio Baglioni, su cui sta lavorando da mesi. "È l'album più italiano che abbia mai fatto. Fino a ora tutte le produzioni sono state molto americane o inglesi. Questa invece è l'apoteosi del pop italiano; credo di aver trovato una strada importante per me e per lui. Siamo entrati nella fase calda della produzione. I tempi saranno brevi, anche perché ad Aprile mi aspetta il prossimo disco di Zucchero. Con lui ogni album è una sfida per migliorarsi e mettere in pratica le proprie idee". Sono trascorsi più di vent'anni da quando il musicista, dopo l'esperienza con i Cervello, abbandonò l'Italia per tentare la grande avventura con i Nova. Prima alla corte di Narada Michael Walden, poi session man richiesto da Whitney Houston e Aretha Franklin; infine top producer. Ma lui contesta il ruolo: "Non credo nell'immagine del produttore. La figura così intesa dall'industria e morta dieci anni fa. Devo sentirmi utile a un progetto, non riesco a far dischi solo per il gusto di farli. Questo modo di lavorare non ha più senso. Qual è il mio marchio di fabbrica? Non lo so, non so rispondere. Mi piace mescolare culture diverse, sperimentare suoni al computer, creare dipinti: il musicista deve essere un pittore; con gli artisti con cui collaboro preferisco essere invisibile e imparare da loro". Zucchero, De Gregori ed Elisa gli hanno rispettivamente insegnato, dice, "ad aver pazienza, ad essere rilassati in studio, a essere giovani ed entusiasti. Ho ancora molte cose da scoprire sul mio conto".
Dal suo osservatorio privilegiato non ha una gran visione dell'Italia. "La nostra musica purtroppo è ancora un ghetto. Me ne accorgo quando vi ritorno. Ognuno lavora contro gli altri, tra insicurezze, gelosie e paure, secondo un copione già scritto e assai prevedibile. Sono andato via anni fa proprio per questo ma purtroppo, da quel che vedo, non è cambiato molto. Oggi mi cercano in molti, ma ho rifiutato anche centinaia di milioni. Per fortuna sono un uomo libero di scegliere, senza limiti".
Rustici ha da poco terminato in Gran Bretagna di produrre il disco dei Muvrini, giovane gruppo della Corsica guidato da Jean Francois Bernardini. Nel suo futuro ancora produzioni ("Elisa è la punta di un iceberg, dietro di lei c'è un po' di movimento Verrò sicuramente in Italia per lavorare con talenti nuovi". Ma il musicista Rustici guarda oltre: "Il domani della musica è altrove. Il cd è un mezzo già vecchio. La parola chiave è: multimedialità. L'artista deve assicurare esperienza alla gente e usare nuovi strumenti. Mtv ci ha dimostrato che viviamo in un mondo diverso. Da cinque anni io e Thomas Dolby lavoriamo insieme. Thomas non fa più dischi, ha creato un motore di suoni per Internet, una specie di sintonizzatore. Per i prossimi 5-10 anni il suono di Internet darà l'opportunità di avere in tempo reale musica, immagini, combinazioni sonore".
Ma c'è anche il presente e per Rustici il presente non sono né Verve, né Oasis ("non riesco ad ascoltarli sono noiosi e banali imitatori dei Beatles"), ma personaggi come Bjork, Chemical Brothers, Prodigy ("ammiro il loro coraggio"), Allan Holdsworth e Brian Eno: "Stranamente anche se non ci conosciamo, facciamo le stesse traiettorie e abbiamo il gusto per il nomadismo culturale. E il suo lavoro mi piace, mi interessa maledettamente".


segnalato da Enrico

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