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Rassegna stampa - giovedģ 5 giugno 1997 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su L'Espresso - 05/06/1997
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mode / la corsa a destra
Balla coi liberal
Parvenu come Vacca. Sciuč sciuč come Veltroni. Antichi come Pannella. Moderni come il mago Zurlģ. Ritratti di italo-thatcheriani alla vigilia degli stati generali

di Maria Laura Rodotà

NEO LIBERISTI

Giuseppe Vacca detto Beppe, intellettuale del Pci e poi del Pds da quando ci si ricorda, potrebbe star traghettando verso il liberalismo ciò che resta della sua "École barisienne". Al convegno di "Liberal" a Napoli ("Il liberalismo nel XXI secolo", 4-7 giugno) discuterà con Abete e Tremonti su

come rendere liberale l'Est.

Massimo "Maggie" D'Alema, più che liberale, è liberista thatcheriano. Giudica Blair un pappamolla con moglie spettinata, sogna segretamente un liberalismo alla giapponese, con inchini ai capi, qualità totale e pesce crudo di ottima qualità.

Il vicepresidente Walter Veltroni propugna invece un liberalismo più affettuoso, più kennedyano, ispirato al pensiero del primo Kevin Costner (quello di "Field of Dreams" e "Balla coi lupi") e di Qui, Quo e Qua. Perciò invita i compagni che ancora sbagliano a espiare congruamente. LIBERALI pensatori

Ferdinando Adornato è una figura straordinaria, lungimirante e molto italiana: il liberale-ponte. Tra destra e sinistra, tra laici e cattolici, tra Romiti e il resto del mondo. Il prossimo convegno di "Liberal" (che inventò e dirige) sul liberalismo è opera sua.

Con buona pace di Adornato, il vero Uomo Liberal degli anni Novanta è Ernesto Galli della Loggia. Storico, editorialista del "Corriere", collaboratore dell'"Espresso", cofondatore di "Liberal", marito di un'ottima rubrichista di "Io donna", è malagodianamente antipatico e nemico dei piacioni. Che Dio ce lo conservi.

Cesare Romiti, presidente della Fiat, sponsor di "Liberal" e mente prensile, è un uomo che non sta mai con le mani in mano. Infatti si è dato al liberalismo all'età in cui i grandi manager ripiegano sul golf.

Pierluigi Battista, condirettore di "Panorama", non è affatto un liberale: è l'uomo più a destra del mondo, superato forse solo dai talibani dell'Afghanistan. Ma i suoi amici fingono di credergli quando si dice liberale, sperando che così non si metta nei guai.

Sergio Romano è un raro esempio di liberale insopportabile di una volta. Perse il posto di ambasciatore a Mosca perché innervosì tutti, da Gorbaciov a De Mita; cerca sempre di scrivere il contrario degli altri; guardando strano dagli occhialini alla Cavour, agita anche il suo barbiere.

Claudio Baglioni forse mente. Ha partecipato a un convegno di "Liberal" a Torino dicendo però che lui è di sinistra. Francesco De Gregori (che era al convegno di "Micromega") lo ha di fatto smentito. Avallando l'ipotesi che sia, in segreto, liberale come Bruno Lauzi.

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segnalato da Caterina

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