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Rassegna stampa - venerd́ 1 marzo 1996 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Tuttomusica - 01/03/1996


Claudio che forza
Baglioni in tour - Una giornata da fan

di Aldo Vitali

Un gran concerto, proprio un gran concerto. Fatto di effetti luminosi, di danze, di calore sul palco, di tifo bollente fuori. In mezzo lui, l'uomo che fino a ieri aveva paura di farsi vedere dal pubblico e che ora invece urla sono qui. E anche noi siamo stati lì. Anzi, lo abbiamo seguito per un giorno intero. Scoprendo che...



CAMERA 518. Do not disturb. È mezzogiorno, ma al quinto piano dell'albergo sembrano le tre di notte: la cameriera aspetta con l'aspirapolvere in mano. Do not disturb, non disturbare il cantante. Perché nella camera 518 del migliore albergo di Caserta dorme il signor Claudio Baglioni, che si riposa dopo il decimo concerto della sua tournée e in attesa dell'undicesimo della serie, ancora a Caserta, ancora per tre sere. Siamo andati appunto a spiare Claudio Baglioni in una città qualunque, in un momento qualunque del suo giro d'Italia, niente metropoli o prime coi lustrini. Giusto per capire la vita di tournée.

ORE 13: SVEGLIA - La mattina non esiste, ed e un vero peccato, perché qui a Caserta, per esempio, c'è la Reggia borbonica che resta aperta al pubblico fino alle 13. Quindi, Claudio non potrà vederla. Ma va sempre cosi? "No, qualche volta va meglio", spiega Baglioni. "Per ora siamo solo all'inizio, e non si può mai prevedere cosa può succedere. Prima cosa, devo riposare. Il concerto é molto faticoso". Ma il promoter Roberto De Luca sta contattando i responsabili delle Belle Arti: non si può fare un'eccezione per Baglioni e fargli visitare il museo fuori orario?

ORE 13.30: COLAZIONE (O PRANZO?) – Il cameriere si infila nella 518. Porta tè al miele, brioche, spremuta d'arancia. "Va a finire che faccio pasticci. Non ho una dieta precisa, cerco di non mangiare cose pesanti, va bene una pastasciutta al pomodoro, magari, invece del breakfast". In camera fa ginnastica, un po' di telefonate, la doccia. Riprende gli stivali dal corridoio, protegge il prezioso collo con una sciarpa nera. Esce: la cameriera accende l'aspirapolvere, tutto l'albergo si sveglia.

ORE 15.30: SI VA - Il palasport è lontano, mezz'ora da Caserta. Fuori dall'albergo ci sono alcune ragazze che aspettano da un paio d'ore. Claudio firma i diari, sorride, è di buonumore. Fa un freddo cane: "Mannaggia, persino al sud".

ORE 16: I RAGAZZI DEL CLAB - Fuori dal Palamaggiò (si chiama così perché l'ha costruito il signor Maggiò, in tre mesi) ci sono i primi fan: sono quelli che fanno parte del Clab, il fan club di cui Baglioni è presidente. Hanno il privilegio di poter assistere alle prove. Sono un po' distratti, però: non si accorgono neppure dell'arrivo del loro idolo.

ORE 16.30: IN CAMERINO - Uno specchio, gli abiti di scena, una montagna di pasticcini. Claudio ha freddo, chiede tè al miele (ne berrà, da qui all'inizio dello show almeno un litro), chiacchiera con mamma Silvia: "Ogni tanto viene a vedermi, dice che si diverte, ma non so se è vero. Penso che sotto sotto preferisca le mie canzoni di una volta. E' molto orgogliosa di me e le fa piacere essere qui al centro dell'attenzione. Mio papà invece è diverso, più riservato: preferisce stare in ombra". Arriva il regista dello show, vorrebbe provare ancora coi ballerini.

ORE 17: LE PROVE - Baglioni tiene il cappotto, la sciarpa e la tazza di tè in mano. Infila il microfono a transistor, i musicisti attaccano. "Io me ne andrei". Sale sul palcoscenico al centro del palasport, risponde ai saluti e comincia a cantare. Fuori dal palasport, a 4 ore dall'inizio, c'è già ressa.

ORE 17.30: LE ROSE ROSSE - Una pausa nelle prove, Claudio si avvicina alla tribuna dove ci sono i clabbisti che si protendono per stringergli la mano: "Fate piano, - implora Baglioni - ho le mani delicate e devo suonare la chitarra". Una ragazza gli porge un mazzo di rose rosse, altre gli lanciano biglietti d'amore. Uno fa: "Devi venire a suonare ad Avellino". Un altro: "Ti ricordi di me? Il 3 marzo 1979 mi ha fatto salire sul palco, ero un bambino". Baglioni confessa: "Onestamente non ricordo". Niente autografi, però: per firmare tutti i diari, le foto e i foglietti che gli porgono si dovrebbe cominciare il concerto a mezzanotte.

ORE 18: "MI SENTO SOPRAVVALUTATO" - Ci sono due ragazze handicappate, le loro mamme si avvicinano a Claudio e gli chiedono se può andare a salutarle. Per loro si che c'è l'autografo, con una lunga dedica. "Grazie, Claudio - gli dice una mamma - non sai quanto sei importante per mia figlia e per tutti noi". Lui è un po' commosso, mamma Silvia, dietro, approva: si vede che pensa di avere un figlio proprio bravo. Ma Claudio, dopo, ci riflette: "In certe situazioni mi sento in imbarazzo, mi sembra che a noi cantanti venga affidato un compito che forse è esagerato. Mi sento sopravvalutato, io non sono un guaritore, uno psicologo. Ma se serve la mia presenza per aiutare chi soffre, sicuro che non mi tiro indietro".

ORE 19: RIPOSO - Le prove sono finite, anche mamma Silvia va alla mensa. Il menù è uguale per tutti, da Claudio all'ultimo dei tecnici: pasta al tonno, braciole al marsala, carote e zucchine lesse. Un po' ospedaliero, magari, ma il vero pasto è quello dopo lo show. Claudio però non assaggia niente, si siede su una panchina nella palestra che occupa un'ala del palasport: la Juve Caserta (squadra di basket di serie A2) si sta allenando. Quasi quasi, eh? "Non posso giocare, mi sono fatto uno strappo alla coscia nel concerto di Verona, e non sono ancora guarito". Cosa ti manca, quando sei in tournée? "Gli amici, la casa, il tempo per leggere qualche libro. Ma ci sono molti vantaggi". Per esempio? "Non vedo la tv, viaggio lontano dalle grandi città, ho la sensazione che qui ci sia una vita reale molto più intensa e concreta. A Roma si parla di Fini e di D'Alema, e sembra che esistano solo certe cose. In provincia si scopre una dimensione più umana".

ORE 20.30: CONCENTRAZIONE - Si chiude la porta del camerino, nessuno entra, la parola d'ordine è lasciare in pace Claudio, deve concentrarsi. "Superata l'ansia iniziale, poi il concerto è solo divertimento. Sto vivendo un periodo molto sereno. Eppure non hai idea di come, in certi momenti, mi senta depresso e veda solo nero. Ecco, in questo senso la musica, i concerti per me sono una cura".

ORE 21: CHI E' DI SCENA? - Il direttore di scena annuncia che mancano cinque minuti all'inizio dello show. Claudio è pronto, cuffie e auricolare in testa, berretto nero, giacca nera, tazza di tè in mano. Il palasport, strapieno, ha già cominciato a far casino. Inizia lo show con Io sono qui.

NOTTE FONDA - C'è un ristorante che resta aperto per Claudio e la sua band. Si tira tardi, si raccontano aneddoti, si commenta lo show: "Ieri sera ho portato in scena un bambino, ma aveva un po' paura. Era andata meglio a Roma, quando ho invitato sul palco una nonnina di ottant'anni: si divertiva proprio!". Claudio torna in albergo, sono quasi le tre, sul letto, un messaggio. Una fan intraprendente? No: la governante dell'hotel: "Caro signor Baglioni...", e via con una serie di spiegazioni su asciugamani, coperte, lenzuola. "Com'è bello sentirsi coccolato". Buonanotte. Ah, naturalmente sulla porta della camera c'è un cartello: do not disturb.

segnalato da Enrico

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