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Rassegna stampa - lunedě 25 settembre 1995 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su L'Unione Sarda - 25/09/1995
www.unionesarda.it

ASSISI: Messaggio di Madre Teresa di Calcutta: «Non facciamoci dividere»
Un grido: pace nel mondo
Un «serpentone» di ottantamila persone

di Brunella Collini

Perugia Ancora una volta il «serpentone» pacifista ha percorso i 24 chilometri della strada che unisce Perugia ad Assisi. Erano 80 mila secondo gli organizzatori i partecipanti all'edizione 1995 della marcia per la pace. In testa al corteo uno striscione ricordava le parole con le quali si apre la Carta delle Nazioni Unite: «Noi popoli dell'Onu». La marcia di quest'anno, ha commentato padre Nicola Giandomenico, del Sacro convento di Assisi, è stata «un importante stimolo del movimento pacifista per la riforma e la democratizzazione dell'Onu». Anche Betty Williams, premio Nobel per la pace nel 1976, ha auspicato la riforma delle Nazioni Unite «che molti attaccano - ha detto - mentre farebbero meglio a lavorare per migliorarne l'efficienza. Non possiamo dire quante guerre ci sarebbero state negli ultimi 50 anni senza l'Onu». Certo non tutto quello che proviene dall'Onu «è buono e giusto. C'è persino chi dice che ci vuole una guerra per far finire una guerra», ha concluso Betty Williams riferendosi alle tante proposte fiorite negli ultimi mesi per porre termine alla carneficina nei Balcani.
Il corteo pacifista ha rallentato la sua marcia davanti a Santa Maria delgi Angeli dove Claudio Baglioni ha cantato da mezzogiorno alle due. Baglioni ha ammesso di sapere che il suo concerto gratuito davanti alla basilica avrebbe creato qualche problema. L'iniziativa «potrebbe essere strumentalizzata - ha detto - ma è sempre meglio cantare che non cantare». Ai massimi livelli le rappresentanze del Pds, Rifondazione della sinistra e Verdi: Massimo D'Alema, Valter Veltroni, Fausto Bertinotti, Carlo Ripa di Meana, Gianni Mattioli. Il corteo ha preso il via dopo il saluto del sindaco di Perugia, Gianfranco Maddoli, che ha ricordato la figura di Aldo Capitini, il pacifista fondatore della manifestazione. C'erano i rappresentanti di oltre 200 associazioni, 400 comuni italiani, 50 province, 11 regioni. Tantissimi i giovani. C'era un gruppo di donne algerine in rappresentanza delle tante compatriote che «combattono contro tutti gli integralismi».

C'erano le madri argentine della Plaza de Mayo. E c'erano esponenti del coordinamento delle associazioni di Papeete che si oppongono agli esperimenti nucleari francesi. Ai manifestanti ha indirizzato un messagio di saluto madre Teresa di Calcutta. «tutti siamo stati creati per amare ed essere amati. Non permettiamo - ha scritto - che alcunchè ci divida». Un altro messaggio, quello di Vladimir Petrovsky, sottosegretario generale dell'Onu, è stato letto ai marciatori davanti alla Rocca di Assisi. A nome di Boutros Ghali, Pertrovsky ha scritto: «senza il sostegno dell'opinione pubblica l'Onu non è niente». Per la prima volta hanno partecipato alla marcia persone provenienti da ogni parte del mondo: esponenti laici e religiosi della società civile, di movimenti e organizzazioni non governative, di enti locali e università. La marcia della pace si è svolta in un clima diverso da quelli degli anni precedenti. In Bosnia per la prima volta da anni le armi tacciono e si nutrono fondate speranze in un compromesso che consenta di farle tacere per sempre.

Da Taba, sul mar Rosso, proprio mentre il corteo partiva da Assisi, è arrivata la notizia dell'intesa finalmente raggiunta da israeliani e palestinesi sull'allargamento dell'autonomia palestinese in Cisgiordania. Due segnali confortanti che lasciano ben sperare.

segnalato da Caterina

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