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Rassegna stampa - marted́ 13 settembre 1994 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su La Gazzetta dello Sport - 13/09/1994
rcs.it


Con quella sua canotta fina…


di Claudio Baglioni

La prima parte della storia finiva con il nostro eroe, Roberto, che al primo tentativo di nuoto, s'inabissava nell'acqua un po' come una pastiglia effervescente in un bicchiere. Ma prima che si sciogliesse, lo ripescarono. Provò, allora, al mare.
Aveva saputo che nell'acqua salata ci si tiene su meglio. Scelse uno stabilimento popolare. Così, lui, figlio di ricchi, non sarebbe stato riconosciuto. Gli capitò una cabina bifamiliare e relativi odorini dei coinquilini. Un bell'ombrellone a mezzo chilometro dal mare e un simpatico tragitto da Pantera Rosa sulle braci ardenti tra prendisole che lasciavano intravedere varie cose e varicose, canotte e braghe larghe su stinchi ossificati di seppia e costumi maschili color carne che, oltre a riprendere fedelmente tutte le pieghe arrotolate delle pancette affumicate, facevano più che supporre miseri pacchettini come nelle vetrine esposte delle pasticcerie.
Ma Roberto, incurante, superato il modesto ostacolo di un ettaro di alghe, si tuffò. Gli altri bagnanti pensarono ad una commemorazione del Titanic. Ma neanche quella volta si arrese e anzi tornò in piscina più testardo di prima.
Probabilmente non era con l'irruenza che avrebbe ottenuto risultati. "E' una questione di stile", disse. E, di Roberto, malignarono che aveva inventato lo stile sfarfalla (per le battute a vuoto), lo stile a sorso (per le bevute a pieno), lo stile del vino (per le bevute più abbondanti), lo stile frana (che si commenta da solo). Ma lui niente, avanti come un carrarmato. Si rapò a zero, si rasò ciglia e sopracciglia, si depilò ogni parvenza di pelo tra orecchie-naso-bocca. Anche se in bocca non aveva peli come non li avevano sulla lingua coloro che senza mezzi termini, dicevano che lui si lanciava dal brocco di partenza e che nella sua corsia si potevano vedere più oscenità che in molti ospedali italiani. Ma il nostro Roberto Guadorosso non se la prese più di tanto. E tra sperimentazioni quotidiane di occhialini, cuffie, slippini, proseguì fino all'inverno successivo. Fino allo svuotamento della piscina. Roberto non divenne mai il migliore. Forse il migliore dei peggiori. Insomma il peggio di tutti.

segnalato da Cristiana Borghi

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