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Rassegna stampa - venerd́ 20 marzo 1992 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Il Messaggero - 20/03/1992
www.ilmessaggero.it/


La mia Roma, bella, eterna e incerta.


di Claudio Baglioni

Stasera torno a cantare a Roma. E' un po' come, rientrando a casa, chiudere il cancelletto. E mischiare i ricordi con le storie di oggi. Le borgate, lontane un viaggio, dal centro, calce e polverone, a mangiarsi ogni giorno di più le campagne e il mio balcone di pietra che s'affacciava su qualche sterrato. Famiglie arrivavano abitandola, abusivi tra mattoni di tufo. Roma città aperta. I tram fermi al capolinea. Attese di gente della periferia. I pensieri ricurvi. Gli antifurti di adesso a strillare di notte. Roma città allerta.
I pulivetro, la loro misera pena, l'insofferenza degli altri. Roma città "sverta". Il serpe velenoso del traffico. E le domeniche di allora. Piovose e lunghe. Come le code del rientro. Dopo una gita ai Castelli, un giro a Fiumicino. Vestiti fiorati di donne con scollature quadrate e ragazzi di prima estate nelle camicie leggere e più fresche. E i neri di ora che ancora li guardi curioso, i filippini della giornata libera, le "teste rapate" a portare casino nel casino di sempre. Le vecchie di ieri sedute davanti al portone e i ventagli a prendere aria. Lo stravacco in maglietta degli uomini muti. Roma città offerta.
E queste facce politiche, rassicuranti, il simbolo, il numero, la frase ad effetto. Quintali di carta a crescere i muri. A crescere sogni di un paese migliore? E gli inizi dei films bianco e nero di un tempo, riprese dall'alto, la voce che tutto conosce, fuori campo, terrazzi e basiliche e din don di campane a dare colori metallo alle nuvole. E il trenino per Ostia. Mio zio che diceva "s'annamo a scoccià sulla spiaggia". E io non capivo se era come annoiarsi o rompersi, rotolando, la coccia. Ma lo stesso ridevo. I baretti aperti tutta la notte di tutti gli uomini con gli occhi arrossati, i guai che spuntano dalle saccocce e dentro mani veloci e violente. Roma città esperta. Le poche nevicate. E aspettare ogni anno quel miracolo bianco. E i tramonti di Roma quelli non cambiano mai e durano un'intera giornata dopo una giornata intera e quel sole che non cade più e continua a scaldare gli occhi e le case pure dopo che è andato. Bentrovata Roma. Roma dei Settecolli ma anche di Settecamini, di Settebagni. Stasera torno a cantare a Roma. Roma città incerta.


segnalato da Cristiana

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